Per completezza di informazione , voglio esporre l’altra versione dei fatti , quella che non è mai uscita pubblicamente sui Media.
Due anni fa in occasione del rinnovo della dirigenza Alpi Centrali è successa una cosa strepitosa, un gruppo nuovo , riesce a portare alla presidenza delle Alpi Centrali Claudia Giordani, candidata contro Carmelo Ghilardi già purtroppo perdente nella candidatura contro Morzenti all’Elezione Nazionale. (Candidatura Ghilardi nata con gli stessi metodi dell’ultima candidatura a Modena, cioè forzando il Comitato a sostenerlo, senza il consenso in Assemblea delle Società; la prova di questa operazione non fu solo la sconfitta, seppur onorevole di Ghilardi, quanto purtroppo il limitatissimo numero di Consiglieri Federali eletti, il minore della storia).
Questo nuovo gruppo raccoglie evidentemente un forte segnale di cambiamento che viene dal territorio (sempre ignorato dalla maggioranza dei consiglieri), ma che, con il proprio corpo elettorale, non riesce tuttavia a poter affiancare al nuovo Presidente, una maggioranza di consiglieri che potessero sostenere il cambiamento. Modalità che nello sport non dovrebbe essere necessaria comunque perché non si dovrebbe parlare di schieramenti ma solo di candidati.
Si viene a creare così da subito una situazione di difficile gestione a causa invece di una manifesta intransigenza, e così il primo atto che segnala la non volontà di accogliere l’istanza di cambiamento è la formazione del Consiglio di Presidenza con 5 membri tutti del Gruppo che non si è voluto riconoscere in questa volontà elettiva, e nessun membro dell’altro Gruppo. La Presidente Giordani quindi si trova isolata ma, con sportività e pazienza infinita, cerca in tutti i modi di portare tutti su un terreno di confronto sereno e trasparente, ma, purtroppo per Lei, nella maggioranza dei consiglieri questa disponibilità non è apprezzata, e viene introdotto un lavoro di sfiancamento sistematico e continuo contro qualsiasi tipo di decisione venga adottata. Non essendo però attaccabile , data la trasparenza e la correttezza, iniziano gli attacchi alla persona, con l’utilizzo di toni sempre più pesanti, che nulla hanno a che vedere con la convivenza civile e il rispetto della persona e ancor meno con un ambiente sportivo, che culminano nei comportamenti dell’ultimo consiglio regionale. Tutto questo anche in contrapposizione alla gestione generale che è perfetta.
Parrà strano quanto sto per dire ma, quanto sta succedendo in Alpi Centrali non dovrebbe scandalizzare nessuno, anzi lo si dovrebbe leggere come una evoluzione del nostro comitato che, a differenza di altri o della maggior parte dei comitati regionali , si confronta su idee diverse tutte degne di essere ascoltate, se non che il confronto poi assume dei toni non sempre corretti come il caso in questione. In questo ancora una volta le Alpi Centrali fanno da apripista ,come lo ha fatto in tante occasioni dimostrando di essere il comitato trainante della federazione, quello che oggi qui si vive sarà un fardello prima o poi di tutti, è il prezzo dell’evoluzione, necessaria per passare da situazioni di incomunicabilità a condivisione e confronto sani nel segno della modernità.
Il confronto però per essere produttivo deve avvenire dentro un riconoscimento dei ruoli reciproci, peccato che in questo caso questa reciprocità non è mai esistita, perché il Gruppo di Consiglieri che appoggiava spontaneamente la linea del Presidente non hanno mai trovato un riconoscimento, considerati come estranei che si sono intrufolati in faccende che non li riguardano, come se Claudia Giordani e con Lei Daniela Zini e tutti gli altri non meno importanti, fossero persone che nulla hanno da dire al mondo dello sci.
Come se ci fosse un “consiglio supremo delle Alpi Centrali” che decide chi è ammesso ai giochi e chi no.
Ora mi domando, l’aggressività con cui viene vissuta questa vicenda , da parte di alcuni, a due anni di distanza, non avendo peraltro sviluppato alcuna iniziativa ne a favore del comitato, ne tanto meno a favore delle società e degli iscritti. Addirittura non presentandosi nelle poche occasioni di confronto con la base,
questo rovesciare le responsabilità di questo nuovo insuccesso elettorale sul Presidente, invece che assumersi ognuno le proprie, volendo trovare a tutti i costi un capro espiatorio, nasconde un modo di operare non trasparente, ma soprattutto logiche di potere e di prevaricazioni che non possono trovare nessun nesso con quello che dovrebbe essere la conduzione di un organismo sportivo .
Queste premesse sono le peggiori che possiamo presentare alla nostra base chiedendogli di tornare al voto fra un paio di mesi. Serenamente perciò si faccia una riflessione tutti insieme e si prosegua, nelle rispettive differenze ma in forma matura, il dibattito e la gestione nell’interesse dei nostri ragazzi.
Tutto questo affinché si possa ancora sognare
Daniela Zini
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