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Aleksander Aamodt Kilde già veloce in prova a Val d’Isère

Il norvegese Aleksander Aamodt Kilde è risultato il più veloce nella prova della discesa della Val d’Isère. Significa poco, ma è un segnale forte e chiaro. Per la cronaca, Marco Odermatt è a 1″88, Dominik Paris a +2″15 (qui la classifica). Dettagli a parte ecco a voi Kilde, intervistato da Ni9nna Quario, per capire cosa si attende da questa stagione

Ciao Alex, so che la vittoria in Coppa della scorsa stagione per te è già passato remoto, ma vuoi per favore fare un passo indietro e raccontarci che esperienza è stata diventare il quarto atleta norvegese dopo Aamodt, Kjus e Svindal a portare a casa la grande Sfera di cristallo?
«Un sogno diventato realtà, una sensazione travolgente: la telefonata del mio coach mi ha raggiunto mentre stavo preparandomi a partire per le gare di Kranjska Gora, ero a casa, appena rientrato da Kvitfjell.

Mi ha detto ehi, è finita, sei il numero 1. Il cellulare allora è impazzito, e mi ha fatto veramente piacere ricevere tanti segnali di stima e gioia proprio dai miei predecessori. Proprio da loro però ho imparato a voltare subito pagina: sia dopo una vittoria che dopo una sconfitta bisogna saper guardare avanti e porsi nuovi obiettivi».

Alpine Ski WorldCup2020/2021. Aleksander Aamodt Kilde (NOR)
Soelden (AUT) 18/10/2020
Photo: Marco Trovati/Pentaphoto

Quale è stato il segreto di questa vittoria?
«Da una parte la stabilità, la presenza in tante gare e la continuità di risultati, quasi sempre top 10 con sette podi. Dall’altra, e forse questa è stata la vera chiave del successo, i progressi in gigante, che mi ha dato punti cruciali.

La scorsa è stata per me una super stagione, inattesa: ho sempre sognato di essere costante e regolare nei risultati, è successo».

Otto mesi dopo, che Kilde abbiamo davanti?
«Uno che si è allenato molto bene per otto mesi, in modo diverso forse, perché in primavera anziché lavorare in gruppo come sempre ci siamo arrangiati ognuno a casa sua usando creatività e fantasia. Ho goduto di molto tempo libero, tempo di qualità, in famiglia.

Appena è stato possibile poi siamo tornati sulla neve, ma senza tutto il materiale e senza skimen. Un paio di sci però è bastato per fare tanti esercizi di tecnica pura per il gigante, che è la base dello sci. Migliorare lì aiuta in ogni disciplina».

Ski World Cup 2017/2018Val Gardena, Italy 13/12/2017.Kjetil Jansrud AA Kilde AL Svindal (Nor) photo:Pentaphoto/Alessandro Trovati.

Aksel Lund Svindal diceva sempre di non aver mai conosciuto un atleta forte come te.
«Sì, la forza fisica è la mia migliore qualità, da sempre. E’ una dote naturale, non ci ho mai lavorato in modo specifico.

Ho fatto tanto sport fin da bambino, all’aperto, e quando serviva avevo forza in abbondanza. Andando avanti ci ho aggiunto tanto lavoro, l’ho incrementata e ciò mi ha sicuramente aiutato a diventare quel che sono. Per vincere però c’è bisogno di tutto il pacchetto completo, la forza non basta».

Parliamo invece di debolezze, ammesso ce ne siano.
«In gara rischio troppo e faccio scelte sbagliate, quindi errori in posti dove non sono ammessi, e questo non è molto intelligente da parte mia.

Ho lavorato molto la scorsa estate per migliorare sotto questo aspetto, per imparare a prendere decisioni più furbe, le gare si vincono soprattutto con un buon equilibrio mentale e quello che io voglio è vincere gare, non andare fortissimo per alcuni tratti e poi commettere errori perdendo tutto».

Pronti via e a Sölden però proprio questo è successo, il gigante ti ha tradito.
«Non sono il tipo che incolpa la sfortuna quando le cose vanno male, ma credo che in quel gigante la fortuna non sia stata dalla mia.

Ero partito fortissimo (miglior intertempo fino a che è stato in pista, ndr) poi ho commesso un piccolo errore e nel recuperarlo mi si è staccato uno sci. Ciao ciao… Mi sono consolato con la vittoria di Lucas Braathen, è fortissimo, vedrete il seguito!».

Sarà una stagione senza combinate, uno svantaggio per te ma anche per Alexis Pinturault.
«Quei punti mi mancheranno e sarà lo stesso per Alexis, ma d’altra parte avremo più gare di gigante e questo magari bilancerà il conto. In ogni caso lo sappiamo tutti, sarà una stagione diversa, ma non mi va di sprecare energie per pensarci, mi concentro su quel che c’è e cerco di farlo fruttare al massimo».

Prevedi di fare qualche gara di slalom?
«Sì, nella prossima vita!».

Ma la combinata ai Mondiali ci sarà!
«E io anche, a lottare per una medaglia. Cercherò di essere pronto per quel giorno, qualche palo lo farò, ma per ora il focus è sul gigante e sulle gare veloci, anche se programmare in questo periodo è difficile più che mai».

Hai una disciplina preferita?
«Nella mia carriera sono partito dalla velocità e poi sono andato verso il gigante, che nella squadra norvegese è sempre stato considerato la disciplina base.

In gigante ho vinto l’oro ai Mondiali juniores del 2013 (davanti ad Alex Zingerle e Zan Kranjec, con Kristoffersen quarto, ndr), ma solo l’anno scorso ho capito di poter andare forte anche in questa disciplina.

Che mi piace, ma non è la preferita, perché in realtà non ho una disciplina preferita. Certo, se mi proponete una pista da discesa in perfette condizioni, con bella neve, buona visibilità e tanta velocità, allora scelgo quella, perché la sensazione di scendere da cima a fondo una montagna dominandone i dossi e le curve naturali è unica e molto adrenalinica».

Ci racconti qualcosa della tua infanzia?
«Sono cresciuto in una famiglia molto sportiva e molto attiva a Lommedalen, un piccolo villaggio di campagna vicino a Oslo. C’è una collina, con un solo skilift. Lì ho imparato a sciare seguendo mio fratello più grande, è lui ad avermi motivato a fare di più e meglio per stargli dietro.

Coi nostri genitori facevamo molti viaggi e molte vacanze con lo sport come filo conduttore: mio nonno a 84 si tuffava ancora di testa in mare da un trampolino (vedi instagram @akilde, 9 luglio 2018, ndr)».

Hai già pensato al tuo futuro?
«Ho solo 28 anni, e sottolineo il solo. Mai pensato finora al dopo, per ora lo sci è tutto, so però che quando smetterò sarò felice dell’esperienza fatta e di tutto quel che avrò imparato. È davvero un privilegio fare l’atleta, viaggiare, conoscere tanta gente e aver avuto compagni di squadra come i miei.

Certo, tutto ciò ha richiesto anche un duro lavoro per la mente e il corpo, un atleta al mattino non può mai dormire a lungo, e a questa cosa sì, ho pensato: credo che quando avrò smesso l’apprezzerò molto. Ma per ora niente: sveglia all’alba, dimentichiamo il passato, pensiamo al futuro prossimo e… full gas!».


IDENTISKI

NATO il 21 settembre 1992
RESIDENZA Lommedalen (Nor)
HOBBY sport in generale
ATTREZZATURA
sci, attacchi, scarponi Atomic
casco Sweet Protection
maschera Oakley
guanti Level
bastoncini e protezioni Leki
Sponsor personale Telenor yng

RISULTATI Vincitore Coppa del Mondo generale 2019/2020; vincitore Coppa del Mondo SG 2016; 4 vittorie in gare di CdM (2 DH, 2 SG) e altri 14 podi; Mondiali Junior 2013: oro GS*
WCSL posizione al 30 novembre 2020: 4 DH, 3 SG, 10 GS, 2 AC
Instagram @akilde

About the author

Maria Rosa Quario

NINNA QUARIO È nota nel Circo Bianco per aver fatto parte della “Valanga Rosa” tra il ’78 e l’86. Milanese doc, da tempo si è trasferita a La Salle, in Valle d'Aosta. Ha conquistato 4 vittorie in Coppa del Mondo e un totale di 15 podi, tutti in slalom, oltre a una “bella” collezione di piazzamenti nelle gare a medaglia: 4° posto all’Olimpiade di Lake Placid 1980 (a 3/100 dal bronzo), 5° al Mondiale di Schladming 1982 (era in testa a metà gara) e 7° ancora ai Giochi, a Sarajevo 1984.
Dopo il ritiro dall’agonismo, nel 1986, si è dedicata al giornalismo e collabora con Sciare dal 1999.
Per la nostra rivista è stata a lungo la depositaria di tutto ciò che riguarda l’agonismo e ha seguito anche il programma test, in particolare i Test Junior. La sua lunga carriera giornalistica (ha collaborato anche con il quotidiano Il Giornale e con Infront Sports & Media seguendo da vicino quasi tutte le gare di Coppa del Mondo) si è interrotta nel 2022, quando ha deciso di cambiare vita per dedicarsi ad altre passioni.
Non ha però abbandonato del tutto la sua collaborazione con Sciare, per cui ora scrive in modo meno intenso e continuativo. E’ mamma di Federica Brignone, uno dei più grandi talenti della Squadra nazionale Italiana di sci alpino, e di Davide, suo allenatore dal 2017.