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Aldo Forrer, dallo slalom al KL

Lo scrittore Luca Steffenoni, studioso dello sci di ieri, prolifico autore di Sciatori d’Epoca, ci parla del libro di Aldo Forrer dallo Slalom al KL.

Giorni bislacchi in questa triste primavera. Giorni di mascherine, di ansia e di solitudine nei quali la neve sembra un miraggio lontano e struggente. Per noi sciatori è triste guardare una stagione che finisce brutalmente lasciandoci pieni di preoccupazioni e difficoltà.

Forse è giunto il momento di attingere a quel bagaglio di serenità che la montagna ci ha dato in passato e che tornerà a darci. Dobbiamo stare a casa, ci piaccia o no, ma possiamo approfittarne per fare quelle attività che presi dalle incombenze del quotidiano avevamo dimenticato.

Leggere, per esempio, per viaggiare con la fantasia nei panorami che ci aspettano quando tutto sarà finito.

Quest’anno sono usciti molti volumi interessanti. Buoni prodotti spesso arricchiti da un bel corredo fotografico che, date le tirature sempre troppo limitate, non bisogna farsi sfuggire.

Da pochi mesi è arrivato in libreria e negli Store online l’ultimo nato: dallo Slalom al Kl di Aldo Forrer (M edizioni).

Un po’ biografia, un po’ cronaca sportiva. C’è molto in questo libro. Un affresco della vita familiare, un Amarcord letterario sulla comunità degli Altipiani Cimbri, un racconto corale che ci parla della trasformazione di un’affascinante regione del nostro Paese in area turistica-sportiva di primo livello.

E poi lo sci, tanto sci in ogni sua declinazione, l’agonismo, l’insegnamento, la velocità, la tecnica.

L’autore è Aldo Forrer, classe ‘47 grande ex atleta di Folgaria in provincia di Trento, eclettico personaggio che ha attraversato in lungo e in largo il mondo della neve, esplorandone anche i confini più remoti.

Aldo non è un Rigoni Stern, ma sa raccontare la montagna e il nostro amato sport con la passione di un nonno alle prese con i suoi attenti nipotini. Un nonno un po’ scapestrato, amabilmente eccentrico che ha fatto della gioia di vivere e di stupire lo spartito della propria esistenza.

Forrer ci culla in un mondo incantato fatto di adrenalina, di personaggi mitici, di aneddoti, di scioline magiche, di classifiche, ma soprattutto di allegria e giovinezza.

Il suo racconto apre uno squarcio sullo sci agonistico e sulla grande stagione del Kl di Cervinia, il vero e unico Kilometro Lanciato, onorato con tanti buoni risultati e qualche caduta sempre protetta dalla sua buona stella.

È grazie all’amico Walter Mussner e ai suoi racconti che Aldo approda nel 1976 alla gara sotto il Piccolo Cervino. Il destino li separerà presto. Mussner morirà in un terribile incidente colpendo a 170 all’ora il paletto della fotocellula, Aldo sarà folgorato dal morbo del Kl rimanendo per sempre legato all’imbuto ghiacciato di Plateu Rosa e alla sua magica estate.

Forrer di storie ne ha molte da raccontare. È stato atleta di successo e allenatore federale. Ma anche il nostro Pierino la peste, il direttore d’orchestra di ogni festeggiamento spontaneo. E di ogni scherzo degno di Amici miei.

Con la sua chitarra folk, gli stornelli goliardici, le tante ammiratrici e il suo maggiolino più matto di Dudù ha allietato quegli anni irripetibili, sempre prima fila quando c’era da far bisboccia.

Ma non facciamoci ingannare, dietro la maschera, da sci ovviamente, del personaggio istrionico c’è un uomo di sport che conosce profondamente la tecnica dello sci, la serietà e la fatica che accompagna la vita degli atleti.

È l’uomo dei record. Quelli di velocità sugli sci, ovviamente, ma anche il più giovane maestro di sci italiano dell’epoca (1967). Menzionato perfino nel Guinnes dei primati.

«In data 29 aprile 1992 Forrer Aldo ha partecipato ad Azzurrissimo eseguendo la gara con la chitarra e cantando. Ha raggiunto nella base cronometrata la velocità di 85 km/h, diventando pertanto il chitarrista più veloce del mondo».

Duecentotrenta pagine che scorrono piacevoli facendoci dimenticare le pene di questo brutto periodo.

di Luca Steffenoni

About the author

Luca Steffenoni

Luca Steffenoni è nato nel 1961 a Milano, città nella quale tuttora vive. Ha messo gli sci ai piedi non appena ha raggiunto la posizione eretta. È criminologo, scrittore (l’ultimo libro: «il caso Pantani, doveva morire» e il “Caso Tortora) e amministratore di sciatori d’epoca, pagina facebook, creata per mantenere in vita la storia (ma anche la preistoria) dello sci. Sono più di cinquant’anni che lascia tracce nella neve senza aver mai rinunciato all’ultima funivia.