Un Signore. Così ricordano Alfredo Pigna tutti quelli che lo hanno conosciuto, così lo ricorda in particolare Alberto Tomba, che guidato dalla voce pacata del telecronista napoletano ha vissuto la prima parte della sua carriera trionfale.
«Dal primo podio dell’Alta Badia con Pramotton e Toetsch agli ori di Calgary, Alfredo mi ha sempre accompagnato con quel suo bel sorriso, onestà e un grande stile».
I suoi servizi alla Domenica Sportiva erano emozione pura, grazie alla cura con cui sapeva abbinare immagini e musica. «Lui e la sua pipa… ricordava Sandro Pertini» continua Alberto, che lo ha sentito al telefono un mese fa:
«E l’ho sentito bene, abbiamo chiacchierato del più e del meno, era lucido, non so ancora di cosa è morto, ma sai, aveva 94 anni…
Gli mando un forte abbraccio, ho avuto la notizia dal presidente del mio Fan Club, sono veramente molto, molto dispiaciuto».
Anche io ho bellissimi ricordi legati ad Alfredo Pigna. Con lui ho fatto parecchi viaggi in auto alla fine degli anni Ottanta, perché nella cabina Rai, per le telecronache dello sci, mi alternavo a Gaetano Coppi come spalla tecnica al suo fianco.
Ed ero con lui a Calgary, per le due gare vinte da Alberto, il gigante prima, lo slalom poi, quello che fece interrompere il Festival di Sanremo.
In macchina Alfredo mi parlava sempre del suo Intrepido, la barca acquistata rudere e rimessa a nuovo per fargli da abitazione e servire, alla bisogna, come imbarcazione da affittare per viaggi nel Mediterraneo.
Parlava anche di poesia, di libri, degli amici selezionati con cura, pochi giornalisti. Mi faceva guidare per potersi preparare al lavoro, compilava e aggiornava personalmente le schede di ogni atleta (non c’era internet!) e per potersi rilassare.
Arrivava sempre da Roma e dormiva una notte a Milano, da dove raggiungevamo i luoghi di gara. Mi raccomandava sempre di tenere entrambe le mani sul volante, perché «non si sa mai cosa può succedere, bisogna essere prudenti, non siamo mica in pista dove hai il totale controllo dei tuoi sci!».
Alfredo sapeva anche prendersi in giro e sulla storica telecronaca della gara già fatta riusciva a farsi una risata.
Se non conoscete la gaffe più clamorosa della sua carriera ve la racconto qua. E credo che lui sarebbe contento di essere ricordato anche per questo episodio (quella volta non ero in cabina con lui, per fortuna!!). Discesa maschile a Val d’Isère, sulla Oreiller Killy ce ne sono in programma due, in sequenza.
La prima è stata vinta da Pirmin Zurbriggen, la seconda viene rinviata per maltempo. Alfredo è in cabina e non sa nulla (erano altri tempi, la tecnologia faceva ridere!).
La nebbia è tale che al di là del vetro non si vede nemmeno il traguardo. Il collegamento con Roma però è attivo e la Rai, senza dargli precise indicazioni, manda in onda la replica della prima gara.
Alfredo commenta come fosse in diretta e si stupisce, concorrente dopo concorrente, delle incredibili analogie con la gara del giorno prima. Stesso tempo!
Stesso piazzamento! Stesso errore! Incredibile! Passano parecchi minuti prima che qualcuno si accorga dell’errore e lo fermi. Ora che a fermarsi è stata la sua vita, posso dirlo con certezza: uno come Alfredo attorno alle piste da sci non si è mai più visto e mai più si vedrà.