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A tuo figlio un paio di sci sotto l’Albero

Ora ti spiego il motivo perché a tuo figlio dovresti mettere un paio di sci sotto l’Albero di Natale.

Per fare uno sci ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole l’albero. Quello di Natale è perfetto. Ora, ci sono due possibilità. O aspetti che finiscano le festività, togli palle e festoni e con l’accetta lo ripulisci dei rami e con il fusto che rimane ti costruisci gli sci, oppure entri in un negozio e ne compri un paio.

Nel primo caso ti costa meno ma perderesti l’effetto sorpresa. E i bambini senza la sorpresa piangono e diventi un pessimo genitore. Vorrai mica far piangere il tuo piccolo nel giorno che lui aspetta con grande emozione? Quindi rimane una sola strada percorribile.

Comprarli. Se mi tiri in ballo il fatto che poi il bambino cresce e non li può più usare, ergo soldi buttati, ti rispondo per le rime. Non comprargli nemmeno le scarpe, i pantaloni e il giubbotto. Certo gli sci li puoi affittare, ma in questo caso rischi di perdere un potenziale sciatore di domani.

Prima di spiegare il perché, una parentesi. È sbagliato pensare che potresti toglierti dall’impiccio del regalo di Natale, prendendogli il solito video gioco o la solita diavoleria elettronica, perché è più facile, perché così fanno tutti.

Quelli sono aggeggi che hanno il potere fatale di rimbambire i nostri ragazzi e questo non è certamente un bene per loro.

Chiusa parentesi. Il fatto più importante è un altro. Lo sci non è un giocattolo, ma un formidabile strumento di divertimento e di crescita.

È scientificamente provato che quando un bambino a Natale scarta il pacco e si trova in mano un paio di sci, dopo aver detto «wow», li mette subito sul tappeto e ci va sopra. È probabile che il tappeto si rovini più di quanto già non lo sia.

Sebbene questo potrebbe rendere felice la consorte che ne vuole uno nuovo perché è stufa di vederlo in salotto da troppi anni, il fatto di salirci sopra è una vera e propria dichiarazione di futuro che il bambino fa: «papà, io da grande farò lo sciatore!».

La situazione poi può anche essere leggermente diversa in base al temperamento del bambino. A Federico De Albertis, detto «Fette», ad esempio, uno dei freestyler simbolo italiani, ormai ex atleta, andò così: non finse di sciare sul pavimento. «È vero, avevo 6 anni quando mamma e papà mi fecero trovare sotto l’albero sci e scarponi».

Fette (qui sopra nella foto)  ebbe un’altra reazione. Ecco il suo racconto:

«Me lo ricordo bene quel giorno. Indossai subito la giacca a vento, poi calzai gli scarponi e ci montai sopra. Poi mi arrampicai su un mobile laccato rigandolo tutto e mi lanciai sul divano.

Di rimbalzo, persi un po’ l’equilibrio e atterrai scomposto sulla moquette. Niente di rotto. Anzi, sì. Le vibrazioni del tonfo fecero cadere un vaso di valore che andò in pezzi e io rimediai un bernoccolo sulla testa. Non avevo il casco, dannazione!».

Comprare gli sci senza casco per un bimbo è da sciocchi. Comunque sia, da quel giorno lo sci è diventato la sua vita. Perché è questo l’effetto che fa un paio di sci, quando viene regalato per Natale a un bambino.

Il ricordo è indelebile. Anche dopo trent’anni e più, ne ricorderà la marca, il modello e il colore. Perché lo sci ha un’anima. Già, il legno. E il legno vive, respira, si modifica. È natura, che si fa ricordare. Perché è un mezzo che in qualche modo lo costringe a diventare autonomo forse per la prima volta.

Un mezzo diverso dal triciclo o dalla bicicletta con le rotelle che non creano alcuna difficoltà meccanica. Il bambino li abbraccerà e li metterà sotto le coperte spostando l’orsacchiotto. Poi si immaginerà di andare in montagna, in mezzo alla neve e agli alberi carichi di neve.

Scena che finora gli aveva descritto soltanto il tenero nonnino, bravissimo a leggere le favole. Ah, a proposito, tu, nonnino, dammi retta: hai presente che figurone faresti se regalassi al tuo nipotino, unico al mondo, un paio di sci per Natale?

Ti vorrà sempre bene a prescindere, ma con un dono del genere non ti mollerà più. Soprattutto quando sarà grande e tu un po’ piegato dall’età. Non ti saluterà su WhatsApp ma ti verrà a trovare.

C’è anche un altro fatto positivo. La scelta del regalo di Natale, alla fin fine è sempre un problema per tutti, in termini di idee e di scelta. Se abbiamo saputo che al piccolo arriveranno gli sci, si consideri che potrebbero servirgli tanti altri accessori. Casco, maschere, guanti ma anche uno skipass e una bella lezione di sci.

Ok forse mi sto facendo troppo gli affari vostri. Ovviamente ognuno deciderà da sé cosa regalare al proprio figlio o nipote. Ma permettetemi solo un ultimo consiglio. Non risolvete la questione mettendo dei soldini in una busta. Perché i soldi non sono come gli sci. Non fanno la felicità.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).