L’Italia non vinceva una medaglia d’oro ai Mondiali di biathlon da 22 anni, ne conquista due nello stesso giorno. A Oestersund accade l’incredibile: se il primo titolo iridato della carriera di Dorothea Wierer era un premio alla stagione della consacrazione di un’atleta già fortissima, che non a caso è anche pettorale giallo in Coppa del mondo, quello che poche ore dopo fa Dominik Windisch era del tutto impronosticabile per non dire improbabile. Alla vigilia, ma soprattutto dopo tre quarti gara.
Windisch, che non era neppure certo di partecipare alla mass start prima dei Mondiali e ha dovuto racimolare altri punti preziosi per entrare nei primi trenta, si è presentato al quarto e ultimo poligono in undicesima posizione, con 54″3 di ritardo dal russo Garanichev e praticamente lo stesso distacco da sua maestà Johannes Boe, dominatore della stagione. Ci voleva un miracolo per arrivare alla medaglia, è arrivato addirittura il trionfo, perché dopo un errore in ciascuna serie, Windisch ha trovato lo zero nell’ultima serie in piedi, mentre Boe mancava cinque bersagli su cinque e anche tutti gli altri sbagliavano a ripetizione.
Colpa della folata di vento, che c’era per gli altri e c’era per Windisch, che evidentemente ha nel cognome (in tedesco “ventoso”) un destino scritto. Lui nel vento si trova a suo agio. E non ha sbagliato un solo colpo. Non è fortuna. È capacità di venire fuori negli appuntamenti più importanti, quella che gli ha fatto conquistare il bronzo nella sprint alle Olimpiadi, o che gli ha fatto vincere la volata per il bronzo nella staffetta mista contro la Germania, sempre a PyeongChang, quella che l’ha portato a un clamoroso ribaltone qui a Oestersund.
L’impresa di Windisch resterà per sempre nella storia del biathlon, perché una gara così pazza, seppure in uno sport altamente imprevedibile, quasi mai si era vista. L’altoatesino di 29 anni, che arriva dallo stesso piccolo comune di Wierer,
Rasun, ha dimostrato una condizione invidiabile sugli sci, perché, altro merito indiscutibile, ha avuto il merito di presentarsi al top della forma nell’appuntamento più importante dopo tutti i problemi emersi durante la stagione.
Non è mai salito sul podio in Coppa del mondo, qui ha vinto addirittura la medaglia d’oro, chiudendo con 22″8 sul francese Antoni Guigonnat, che sembrava fuori gara dopo gli errori al primo poligono ed è andato a vincere la medaglia d’argento, e 23″3 sull’austriaco Julian Eberhard, medaglia di bronzo. Johannes Boe, con sette errori, è finito addirittura 13°, peggior risultato stagionale. Stesso numero di errori per Lukas Hofer, che pure aveva cominciato benissimo, con lo zero alla prima serie, e si era presentato di fianco a Boe al secondo poligono, dove ha mancato due bersagli. Poi alla prima serie in piedi ha sbagliato quattro volte e la sua lotta per le medaglia è finita lì, con il 17° posto che gli consente comunque di portare a casa dei punti utili per la classifica generale, dove perde la top ten, ma potrà riconquistarla la settimana prossima a Oslo, nella tappa conclusiva. L’oro di Windisch caricherà anche lui.
Ordine d’arrivo mass start maschile Mondiali/Cdm maschile Oestersund (Swe)
1 WINDISCH Dominik ITA 3 40:54.1
2 GUIGONNAT Antonin FRA 3 +22.8
3 EBERHARD Julian AUT 4 +23.3
4 LOGINOV Alexander RUS 5 +27.4
5 FILLON MAILLET Quentin FRA 4 +33.2
6 PEIFFER Arnd GER 4 +39.6
7 EDER Simon AUT 1 +43.9
8 DOLL Benedikt GER 5 +44.4
9 BOE Tarjei NOR 5 +47.9
10 PIDRUCHNYI Dmytro UKR 3 +48.2
17 HOFER Lukas ITA 7 +1:38.6
da fisi.org
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