Wengen si avvicina e Christof Innerhofer ci riprova e tra i convocati per lo slalom si registra la prima volta del giovane Francesco Gori.
Speriamo davvero sia la volta buona per il vero inizio di stagione per Inner che in realtà ci aveva già provato in Gardena. In prova non aveva trovato le giuste sensazioni. Si era reso conto che non avrebbe potuto competere ad alti livello.
E uno come lui non partecipa a una discesa tanto per. Si era limitato a vestire il pettorale di apripista, gentilmente concesso da Markus Waldener.
A Wengen il concetto rimane quello. Si presenterà in prova e poi solo lui deciderà il da farsi. Si testerà e tenendo a bada la voglia che sicuramente ha in cuor suo di gareggiare, valuterà se partecipare o meno.
Intanto, per la discesa del Lauberhorn, in programma sabato 18 gennaio, preceduta da una combinata alpina venerdì 17 gennaio, Il direttore sportivo Max Rinaldi ha ufficializzato le convocazioni.
Saranno dunque presenti Guglielmo Bosca, Emanuele Buzzi, Mattia Casse, Davide Cazzaniga, Peter Fill, Christof Innerhofer, Matteo Marsaglia, Dominik Paris, Alexander Prast, Florian Scheider, Federico Simoni e Riccardo Tonetti.
Orfana di Manfred Moelgg, la squadra di slalom sarà invece impegnata domenica 19 gennaio in slalom. Indosseranno la maglia Azzurra Stefano Gross, Gliuliano Razzoli, Alex Vinatzer, Tommaso Sala, Simon Maurberger, Federico Liberatore, Riccardo Tonetti e il debuttante Francesco Gori. Il 22enne milanese del Centro Sportivo Esercito, si è messo recentemente in luce nelle gare tra i rapid gates in Coppa Europa disputate in Francia.
L’Italia vanta complessivamente 31 podi nella storia, nella celebre località svizzera, di cui successi: Gustavo Thoeni in combinata nel 1975, Herbert Plank in discesa nel 1976, Alberto Tomba in slalom nel 1992 e 1995, Kristian Ghedina in discesa nel 1995 e 1997, Giorgio Rocca in slalom nel 2003 e 2006 e Christof Innerhofer in discesa nel 2013. L’ultimo podio è datato 2018 con Peter Fill, terzo in combinata.
L‘anno scorso si impose Vincent Kriechmayr davanti a Bet Feuz e a Aleksander Aamodt Kilde. Una gara che Emanuele Buzzi ricorda tristemente bene. Tagliato il traguardo con un magnifico sesto posto, cadde sul pianoro di frenata fermando la sua corsa contro le balaustre del recinto di arrivo. Tra l’impatto e la dinamica della caduta, si procurò la rottura del piatto tibiale.