L’umore è nero, ci mancherebbe, ma la disperazione è un’altra cosa. C’è una motivazione tecnica alla quale non ci si pu sottrarre. Lo sci a questi livelli non è improvvisazione, ma scienza. Ecco la spiegazione di Claudio Ravetto:
"Su questa neve e su questo pendio noi facciamo un altro sport. Per dire la verità mi sono stupito di come fosse riuscito Max Blardone a fare una così buona manche nella prima. ne ero contentissimo e mi auguravo proprio che riuscisse a ripetersi, purtroppo non ce l’ha fatta. Janka è l’unico vero campione che riesce a vincere sia sul ripido ghiacciato di val d’Isère che sul piatto umido di Whistler. Tutti gli altri hanno caratteristiche che sia adattano più o meno a un certo tipo di tracciati. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma non si possono cambiare le caratteristiche degli atleti? La risposta purtroppo è no. Questi sono i gigantisti migliori che abbiamo in Italia, atleti bravi e preparati, che hanno qualche limite. Per avere gigantisti diversi bisogna aspettare una nuova generazione".
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