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Vancouver: la spiegazione di Claudio Ravetto

L’umore è nero, ci mancherebbe, ma la disperazione è un’altra cosa. C’è una motivazione tecnica alla quale non ci si pu sottrarre. Lo sci a questi livelli non è improvvisazione, ma scienza. Ecco la spiegazione di Claudio Ravetto:

"Su questa neve e su questo pendio noi facciamo un altro sport. Per dire la verità mi sono stupito di come fosse riuscito Max Blardone a fare una così buona manche nella prima. ne ero contentissimo e mi auguravo proprio che riuscisse a ripetersi, purtroppo non ce l’ha fatta. Janka è l’unico vero campione che riesce a vincere sia sul ripido ghiacciato di val d’Isère che sul piatto umido di Whistler. Tutti gli altri hanno caratteristiche che sia adattano più o meno a un certo tipo di tracciati. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma non si possono cambiare le caratteristiche degli atleti? La risposta purtroppo è no. Questi sono i gigantisti migliori che abbiamo in Italia, atleti bravi e preparati, che hanno qualche limite. Per avere gigantisti diversi bisogna aspettare una nuova generazione".

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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