Prendono la parola Gustavo Thoeni, Pierino Gros e Alberto Tomba per dire: “Secondo noi Federica Brignone…”. Insomma, Fede li ha raggiunti nel ristrettissimo club dei vincitori delle Coppa Generali, quindi sentiamo cosa pensano di lei i suoi nuovi soci.
GUSTAV THÖNI
(4 volte vincitore della classifica generale, nel 1971, 1972, 1973 e 1975)
Mi ha davvero stupito in velocità
«Ho seguito tutte le gare e sono contentissimo, la vittoria di Federica mi ha fatto molto piacere. È stata una vittoria meritata, era un po’ di anni che andava bene e quest’inverno ha sfruttato la situazione. Per fare qualsiasi risultato un po’ di fortuna ci vuole, ma sia chiaro che Federica non ha rubato niente a nessuno.
È andata bene in tutte le discipline, in gigante si sapeva che era forte, in slalom ha fatto grandi progressi e mi ha stupito soprattutto in superG e discesa per la grande decisione. Brava, che altro dirle?».
PIERO GROS
(vincitore della classifica generale nel 1974)
Che nervoso sentire parlare di Coppa falsata!
«Federica quest’inverno ci ha fatto divertire e godere, tanta roba! Chi vince ha sempre ragione, non c’è storia, e sentire certe cose fa solo incavolare. Shiffrin assente?
Ha fatto le sue scelte, la stagione è andata avanti senza di lei, si gareggia contro chi c’è e mi dà un fastidio enorme sentire chi dubita del valore di ciò che ha fatto Federica.
Cinque vittorie, undici podi, una polivalenza eccezionale, cosa doveva fare di più? E sapete cosa penso?
Che anche senza la cancellazione delle ultime gare questa Coppa l’avrebbe vinta lo stesso. L’unico neo è che vista l’attuale situazione, non abbia potuto godere della sua impresa come avrebbe meritato».
ALBERTO TOMBA
(vincitore della classifica generale nel 1995)
Fede adesso dai retta a me!
«Coppa meritatissima! Nelle ultime gare Fede aveva ancora tante carte da giocare, le hanno annullate e il danno è stato grosso anche per lei.
Era davanti ed erano le altre a dover inseguire, ma visto che ultimamente lei se andava male arrivava terza (slalom a parte!), non sarebbe stato facile riprenderla.
Ora le devo però dare un consiglio importante, per evitare l’errore che feci io dopo la mia prima trionfale stagione 1987/88, quella dei due ori olimpici.
Dovrà evitare di farsi trascinare di qua e di là, dovrà dire molti no, non deve mollare l’allenamento e la tensione agonistica come feci io, che avevo 21 anni e non ascoltai i consigli saggi di mio padre.
Fede è più matura, ha esperienza e soprattutto al momento non può viaggiare.
Una cosa triste è che non abbia potuto godere il momento più bello, quello della premiazione, quando ti mettono la grande Coppa in mano. Io non l’ho mai dimenticato».