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SuperG: niente drammi in Casa Italia

Nel dopo gara all’interno del clan Azzurro non si fanno drammi e non sembrano esserci strascichi di eccessiva delusione, anche se il risultato ottenuto non è stato certamente eccellente con Dominim Paris nono, Peter Fill undicesimo, Mattia Casse diciannovesimo ed Emanuele Buzzi ventitreesimo. Ecco le loro dichiarazioni:
Peter Fill:
“Sopra e sotto ho sciato bene, male invece a metà dove ho disegnato linee troppo rotonde. Forse il numero basso, inquesto senso, non mi ha avvantaggiato. Comunque sono soddisfatto più che altro delle buone sensazioni ricevute. Ora pensa alla discesa e da questa gara mi porto dietro, appunto, delle sensazioni positive. Sono stato veloce nei tratti di scorrevolezza, poi cero è che bisognerà attaccare a tutta. Abbiamo visto anche oggi, quelli che sono davanti hanno rischiato il tutto per tutto. Guay ha vinto perché ha una sensibilità nei piedi eccezionale. Io lo avevo dato come uno dei favoriti, in realtà in discesa, però sapevo che poteva andare forte anche oggi.

Dominik Paris: la sua performance è stata condizionata da quel salto affrontato male come direzione, il che lo ha costretto a deviare all’ultimo la linea per rimanere dentro: “Avevo memorizzato bene il tracciato, poi in ricognizione non è che puoi registrare sempre tutto alla perfezione. Tutto fa sempre parte del rischio, cerchi di andare al massimo e talvolta ti trovi in situazioni inaspettate. Bisogna prendere il risultato così”.

Mattia Casse:le sensazioni che ho registrato dopo la gara non rispecchiano il risultato. Indubbiamente quello che mi manca è la velocità. Quello che riuscivo a fare l’anno scorso anche sciando meno bene si è ribaltato: ora scio meglio ma non vengo giù! Sicuramente devo cambiare qualcosina. La neve era abbastanza facile, l’aspetto più difficile è ricordarsi i punti mentre scendi perché è tutto uguale, i salti sono molto simili tra loro, quindi è difficle rendersi conto metre si scende dove si è

Emanuele Buzzi:E’ stata un’esperienza bella ed emozionante. Sono contento della prima parte di gara, poi qualche errore mi ha mandato indietro. Ho comunque provato a tirare a tutta. Diciamo che mi do un sette“.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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