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Staffetta donne: un 4° posto che brucia

Finire così una staffetta dovew stavamo dominando brucia davvero. Abbiamo assaporato addirittura il sapore della vittoria grazie a una Lisa Vottozzi sempre straordinaria ma soprattutto una Nicole Gontier capace di portare a termine la migliore prestazione dell’anno. Poi una leggerissimo calo di Wierer e il crollo di Sanfilippo. E’ andata così:

Nella prima frazione Lisa Vittozzi, sempre straordinaria ,chiude la prima frazione con due zeri e 23 secondi di vantaggio su Germania e Francia. Non è solo la precisione a far specie, ma anche la velocità di tiro e il rendimento nel fondo. E’ in uno stato di forma stratosferica. Lisa ha passato il testimone a Nicole Gontier che è riuscita ad aumentare leggemente il vantaggio sulla transalpina Braisaz e la germanica Hildebrand. Poi il primo poligono con molto patema considerando i crolli che in precedenza ha avuto l’Azzurra. Invece arriva un primo zero stupefacente. Lo stesso fa la Braisaz, dietro invece c’è una sequela di errori notevoli. La Germania è quarta a 50 secondi anticipata dalla formazione estone. Nicole si presenta al secondo e decisivo poligono per il tiro in piedi, quello più problematico. Bravissima, sbaglia solo un colpo che copre con la prima ricarica. la sua migliore gara dell’anno. E dopo di lei, in terza frazione c’è Dorothea Wierer. Brisaz chiude con 28 secondi, Hildebrand è a 48 secondi e f acoppia con l’estone Tomingas. Gontier, che aveva una pressione addosso notevole, è libera di concludere la frazione di fondo con una forza mai vista. Parte Doro con un vantaggio di 34 secondi su Braisaz che passa il testimone alla fortissima Bescond. La estone anticipa al terzo cambio la Germania a 42 secondi. Poi Svizzera a +1’08, Bulgaria a +1’38 e la Norvegia che arranca a oltre due minuti

Dietro a Dorothea si forma un terzetto con Germania forte di Herrmann che rosicchia qualche secondo, dietro Francia ed Estonia che resiste in maniera sorprednente. Doro arriva al primo poligono: velocissima e altrettanto precisa. un netto fantastico. Bescond passa seconda a 34 secondi, Herrmann a 47, l’estone Talhaerm a 50 secondi, Svizzera a 1’34, Norvegia a +1’48 con la Elckhoff che cercherà di recuperare nel fondo.
Dorothea arriva al secondo poligono, quello in piedi. Forza in maniera eccessiva e commette due errori che comunque copre bene con le due ricariche. Dietro la Germania recupera con una Herrmann stratosferica che ora ha solo 26 secondi di ritardo. La Francia è a 46 secondi con un’imprecisa Bescond. Il problema è che Herrmann ora recupererà su Dorothea e nell’ultima frazione la sfida è tra Sanfilippo e Dalhmeier, come dire… non ce n’è! All’intermedio Herrmann riduce il gap a 10 secondi. Non c’è confronto! E dopo poco la prende e la supera. Herrmann fa un altro sport sugli sci stretti! Ultima frazione con Dalhmeier ha tre secondi di vantaggio su Sanfilippo. La Francia è terza a 57 secondi mentre la Norvegia riduce la distanza a 1’27 rientrando in gara per il podio.
Dalhmeier fugge a arriva al primo poligono con 30 secondi di vantaggio su Sanfilippo. La tedesca fa 2 errori ma copre con le ricariche. Sanfilippo uno solo ma sbaglia la prima ricarica e copre con la seconda. Il vantaggio della germania a metà dell’ultioma frazione è di 48 secondi. Sbaglia la Francia e la Norvegia con la Roiseland è terza a 1’22. Quei 30 secondi dall’Italia sono recuperabili! E poi la Francia è a 1″25. Ci giochiamo la piazza d’onore all’ultimo poligono con tiro in piedi. Dalhmeier sbaglia e deve fare un giro di penalità. Sanfilippo pure, Esce dal poligono per seconda la Francia, poi la Norvegia. E questo lascia davvero l’amaro in bocca. Con tre frazioni così uscire dal podio sembra assurdo,  ma il biathlon è così. Roeiseland poi scappa via rispetto alla francese e conclude al secondo posto. Incredibile, se si pensa che a metà gara la Norvegia perdeva oltre 2 minuti! Sanfilippo ha così chiuso quarta a 1’40 abbastanza distrutta. Esulta la Germania che vince la gara grazie a una Herrmann stratosferica!

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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