Wendy Holdener, che sia la volta buona? Nello slalom più difficile dell’anno, grazie a una pista con punte di ripido inedite, l’elvetica ha trovato la possibilità di scaricare la sua immane potenza creando un distacco quasi incolmabile tra lei e quasi tutte le top player. Quasi perché ce n’è una che è riuscita a starle abbastanza vicina. Manco a dirlo, Mikaela Shiffrin! 28 i centesimi di ritardo accumulato dall’americana, che pur avendo vinto tutto, coppa generale coppa di superG, coppa di gigante e coppa di slalom, non ha perso gli stimoli. Dietro a loro un’altra gara: Petra Vlhova paga 1″22, Anna Swenn-Larsson 1″26, Katharina Liensberger 1″42 e Frida Hansdotter, al suo ultimo slalom di carriera, sesta a +1″53. Diciamo che la seconda manche ha due temi: lotta per la vittoria per Wendy e Mikaela, lotta per il terzo posto per le altre solite top player.
Nessuna altra sorpresa e nessuna buona notizia per le nostre uniche due azzurre presenti: Chiara Costazza, già in fortissimo ritardo, non è riuscita a stare dentro nelle porte del muro, davvero ripido. Peccato perché avrebbe voluto chiudere la carriera in modo diverso. Ma questo non sposta la sua immane dedizione che ha dedicato a questo sport. Lo ha annunciato lei stessa ai microfono della Rai al termine della prima manche. Irene Curtoni, sempre bloccata dalla lombalgia, divenuta ormai un vero incubo, ha chiuso quattordicesima, in terzultima posizione a +3″73, considerando che la St. Germain e la Remme hanno superato il traguardo dopo essersi fermate e che sei atlete sono uscite.
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