Gare

Sölden, dominio norvegese e… brasiliano. Super Vinni: 5°!

Lucas Pinheiro Braathen ha già “spaccato” alla sua prima occasione. 18esimo a metà gara, nella seconda manche ha dato una lezione a tutti realizzando il miglior tempo fino a sfiorare il podio! Pazzesco, risultato che ben merita una samba da esibire al parterre. Il suo “gemello” Atle Lie McGrath, con Tamberi style (barba in metà faccia)  lo ha anticipato al traguardo di 24/100 e ancora meglio ha fatto il capitano Henrik Kristoffersen il cui tempo conta un centesimo di meno! Con Filip Zubcic che si impianta sul muro solo Alexander Steen Olsen poteva mettersi davanti. E il ragazzino norvegese disegna un capolavoro  conquista la vittoria con un vantaggio abnorme: +0,65 su Kristoffersen.

Gli Italiani:

Cancellata l’onta di Sölden 2023 quando tornammo a casa col solo 28esimo posto di Borsotti. Oggi un’altra musica.

Alex Vinatzer  ha dimostrato di avere il “passo” giusto per diventare protagonista del podio. Ha interpretato il passaggio chiave della pista, da metà muro al piano, in maniera esemplare. Poi anche lui ha lasciato un paio di decimi di troppo fino al traguardo. Bravo però a “mollare” gli spigoli con i quali si era un po’ troppo aggrappato sul primo ripido. Ha recuperato 8 posizioni finendo al quinto posto col 4° tempo di manche, eguagliando la sua migliore performance in carriera tra le porte larghe!

Luca De Aliprandini, al termine della prima manche aveva detto che avrebbe potuto anche attaccare di più. Nella seconda ci ha provato ma la troppa foga lo ha costretto a sporcare alcuni passaggi perdendo aderenza e linea ideale. Bello l’atteggiamento e sicura la sciata a testimoniare che è uno sciatore diverso da quello della scorsa stagione: 10esimo!

Giovanni Borsotti è passato dalla 23esima alla 19esima piazza con una buona condotta di gara. Più sciolto sul muro non così efficace sul piano che è e rimarrà sempre il suo tallone d’Achille.

Marcel Hirscher ha sciato come nella prima, tatticamente è stato perfetto, tecnicamente privo di una certa brillantezza, ma ci mancherebbe altro…


Alla fine non ha smentito gli osservatori che parlavano di un certo ritardo rispetto ai migliori ma in linea col resto del gruppo. L’obiettivo era riuscire a qualificarsi e c’è riuscito, a quel punto la posizione finale non determina nulla di diverso rispetto a quanto visto. Da qui a dire se potrà tornare alla vittoria è difficile. Ci vogliono ancora due/ tre gare per poter tornare ad essere di nuovo parte integrante della Coppa. A quel punto sarà più chiaro fino a che punto potranno arrivare le sue ambizioni.

Cominciamo però a prendere nota: terzo miglior tempo nella seconda manche!

tale performance non lo ha premiato nella classifica finale che lo vede 23esimo (5 posizioni recuperate) perché i distacchi dopo la run iniziale gli hanno impedito di fare un salto più lungo, ma senza ombra di dubbio possiamo dire che il gigante ha un atleta “nuovo” in più e non soltanto per il gran nome che si porta dietro.

 

Ricordiamo che nella prima manche era uscito di scena marco Odermatt quando stava viaggiando come un siluro. E che Loic Meillard non è partito per un risentimento alla schiena.

La classifica del gigante maschile

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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