E’ una Sofia Goggia del dopo gara ancora con i piedi per terra. Ma lei è così, capace di esaltarsi quando le cose vanno bene ma sempre con la voglia di esprimersi ragionevolmente: “Non ci credo ancora, non ho ancora realizzato. Il mio obiettivo oggi era soprattutto la prestazione perché il risultato sarebbe arrivato di conseguenza. Dopo la prova di ieri avevo bene in mente quello che dovevo fare e sono felice di essere riuscita a mettere in pratica quello che mi ero messa in testa di fare. L’autenticità della mia sciata in superG mi ha dato la sicurezza per arrivare pronta a questa gara. Mi sentivo bene sugli sci“. In realtà il suo skiman Federico Brunelli in partenza: “L’ho vista un poco più tesa rispetto al superG“. Ai microfoni Fisi ha poi proseguito: “Mi sono allenata per tutta l’estate e anche se negli ultimi giorni non sono riuscita a fare quello che avrei dovuto, l’importante è quello che vuoi al cancelletto e il risultato che vuoi ottenere. Sapevo che avrei potuto farcela. Ho fatto riscaldamento di gigante e mi sono detta: “Dai che oggi è la tua giornata”. Poi è chiaro che al traguardo ci devi arrivare. Sono contentissima, anche se ancora non mi sono resa conto di avere la medaglia d’oro. E’ stata la discesa della maturità. Quello che mi aiuta in discesa è fidarsi dei propri piedi, e io oggi ho avuto questa sensazione da metà in poi“.
E poi ancora: “Quella bambina che sciava a Foppolo e che sognava di diventare una campionessa olimpica ha realizzato il suo sogno. Ma non cambia nulla, chi mi vuole bene, mi vorrà bene lo stesso. Mi fa molto piacere essere la prima italiana a vincere la medaglia d’oro olimpica in discesa, ma siamo una squadra che sta riscrivendo la storia: Brignone, la tripletta di Aspen…”
Lindsey Vonn? “Gliel’avevo detto a Garmisch… “Korea, Korea!“
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