E’ il primo podio della sua carriera e ben pochi atleti azzurri meritavano questo risultato più di lui. Cristian Deville, un secondo posto da leggenda se pensiamo che all’intermedio era davanti a Kostleic per 27 centesimi. Poi si è un pizzico lasciato andare nel tratto finale e Kostelic gli ha rosicchiato qualche centimetro andando a vincere. Ma chi se ne importa. E’ il primo podio azzurro di questa Coppa dove il tricolore non è mai risucito a sventolare. Ivica Kostelic è pur sempre il campione in carica della spacielaità, il numero uno in assoluto e se Cristian lo ha fatto soffrire fino alla fine, il segnale è importantissimo. Se n’è accorto anchr Marcel Hirscher che comandava la prima manche, ma si è dovuto arrendere alla potenza di Ivica e all’exploit di Deville, finendo in terza piazza.
L’italia che scia deve gioire per il risultato globale degli Azzurri, perché questo slalom di beaver Creek ci ha regalato anche Patrick Thaler al settimo posto, Manfred Moelgg all’ottavo e Stefano gros all’undicesimo. Patrick Thaler, appena tagliato il traguardo della seconda prova, è esploso in una gioia irrefrenabile. Un urlo per far uscire pali di rabbia. Il suggello di una discesa bellissima, all’attacco, senza errori, e con una decisione che forse mai gli avevamo visto in gara. Davvero da applausi ed è un peccato che nella prima manche non abbia regalato alla sua voglia la stessa mentalità. Alla fine, è stato premiato con la settima posizione, niente male se consideriamo che aveva chiuso la prima in 19esima. Un po’ di sfortuna non l’ha abbandonato perché Valencic gli è davanti per 2 centesimi e Myhrer per uno solo. Comunque non ci sono dubbi: è un talento ritrovato e questa manche gli servirà per credere di più nei suoi mezzi nelle gare successive. Solo questo gli manca, perché uno che riesce ad arrvare terzo nello slalom di Kitzbühel (accadde nel 2009) deve per forza avere un seguito. Invece sembrava dovesse quasi uscire di squadra. Forza! Manfred Moelgg, non ha mai amato tanto le nevi americane, ma forse se n’è dimenticato perche la sua seconda manche è stata pregevole, come d’altra parte la prima. Non una gara da dieci, ma con l’aria che tira in casa Italia, bisogna accontentarsi delle buone azioni, perché sono la base per ottenere il podio. Bravo Manni. Non di meno è stato Stefano Gross, partito come un razzo nella prima parte della secodna manche, un po’ meno nella zona centrale e discretamente bene nel finale con porte praticamente dritte. Anche per lui vale il discorso fatto per Thaler: se avesse dato il massimo anche nella prima… Giuliano Razzoli nella manche d’apertura ha disegnato buone linee, ma con poco movimento. Nella seconda, su un tracciato più angolato si è vista la mancanza di allenamento ed ha pagato di più. Gli è servito come training.
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