L’anno scorso avremmo urlato la seconda posizione provvisoria di Deville, ma dopo quello che il fassano ha compiuto quest’anno, non c’è più da stupirsi. Ha finalmente sfruttato al massimo il numero 1 di pettorale (gli toccano sempre il 6 o il 7) e non si è tirato indietro in quantoi a decisione. Su un tracciato molto difficile e con numerosi cambi di ritmo, Mario Matt ha fatto corsa parallela a Cristian, e Ivica Kostelic non è stato da meno infilandosi alle spalle dei due con 3 centesimi di ritardo. Marcel Hirscher li aveva letteralmente spazzati via con 77 centesimi di vantaggio ma il tempo non è passato a registro per colpa di una banalissima inforcata collezionata su un tratto di transizione sul piano. Un errore che (ha fatto finta di non accorgersi) pagherà caro perché ora Ivica Kostelic avrà un’altra possibilità per avvicinarlo in classifica generale (stessa cosa per Ligety uscito dopo poche porte). Dietro al trio di testa i soliti: Myhrer a 35, Grange a 49 e Neureuther a 57, ma dopo aver commesso un errore all’ingresso sul muro che avrebbe fatto uscire chiunque. Felix ha invece sfruttato la sua straordinaria preparazione fisica ed ha tagliato il traguardo com meno di 6 decimi. Potrebbe essere un candidato per il podio. E ci mettiamo anche Stefano Gross che con il 20, su una pista già segnata per la non volontà di barrare come in realtà avrebbero potuto fare, ha concluso decimo a 82 centesimi. Un ritardo recuperabile anche per Patrick Thaler, 13esimo a 1 e 13. E poi occhio ad Alexis Pinturault che partito col 29 si è infilato in 14esima piazza a 1 e 14. Addirittura straripante l’azione di Lars Elton Myhre che col 34 ha concluso al quinto posto a 45/00. Il giovane francese anche tra i rapid gates ha fatto passi da… gigante ed entro breve sarà protagonista anche qui. Storicamente la seconda manche di Wengen è molto più "attaccabile" della prima e chi è abituato all’arrembaggio avrà la possibilità di sfogarsi. Peccato per Moelgg autore di una prima manche maiuscola che ha buttato via nell’ultimo cambietto a poche porte dal traguardo. Si è inclinato eccessivamente ed è uscito. Giuliano Razzoli non ha fatto meglio di Adelboden: sul muro non è riuscito a mantenere la buona lena del piano ed è scivolato tra le parti basse della classifica (17esimo dopo i primi 30 partiti)
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