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SL Kitz (1a M): MARCEL vs FELIX

 Quando il terreno è quella che è e il tempo caccia giù palle di neve umida, sarebbe opportuno optare per una tracciatura tranquilla per salvaguardare l’azione degli atleti e anche lo spettacolo. Ma a questo a papà Kostelic non è interessato per nulla e ha messo in atto uno dei suoi show migliori, con disegni e figure davvero antipatici. In particolare una quadrupla da prendere in salita per obbligare gli atleti ad arrancare per poterla superare. Ma non è stato l’unico passaggio discutibile. I primi due numeri se la sono cavata: Marcel Hirscher primo, Felix Neureuther secondo a 38/100. Poi un semi disastro, a cominciare dal figlio Ivica, settimo a 1"69. I migliori interpreti, che tirano sempre come matti, ci hanno lasciato le penne: fuori Mario Matt, Andre Myhrer a 3"26, Moelgg decimo a 2"07, Hargin ottavo a 1"83. COlpa di una neve gessosa che imbriglia lo spigolo e non ti lascia spazio a recuperi decenti. Lo slalom di Kitzbuehel è tra i più spettacolari del mondo: ecco, quesot è il modo migliore per rovinare lo spettacolo. Al terzo posto, sorprendentemente è balzato l’elvetico Luca Aerni, sceso col pettorale 27. Con un’azione morbidissima ma anche da saltimbanco ha messo i suoi sci davanti  a quelli del tedesco Fritz Dopfer, quarto a 1"35. Il vincitore di Wengen, il francese Alexis Pinturault, partito col 12 nulla ha potuto fare se non concludere al quinto posto con una prestazione stupenda, ma a 1"36 da Hirscher. Poi il nostro sempiterno Patrick Thaler che ha scelto di prendere la quadrupla al contrario. Scelta tecnica o errore? Al traguardo ha sostenuto la tesi della volontarietà e se è stato così significa aver perso volontariamente qualche decimo. Mah… Stefano Gross ha sciato divinamente bene fino a metà tracciato, poi la sua posizione un po’ troppo spezzata di busto, forse per evitare possibili arretramenti in cui spesso incappa, si è perduto anche lui su una neve davvero difficile. Ha tagliato il traguardo spingendo come un pazzo coi bastoncini, risolvendo la questione al quindicesimo posto, a 2"72. Cristian Deville, col 28 ha fatto ciò che è in grado di esprimere in questo periodo: gara senza troppi rischi, azione pulita, ma senza quel fuoco che aveva due anni fa, quando proprio qui colse la vittoria. Giuliano Razzoli invece ha rischiato al massimo delle sue possibilità e i suoi parziali promettevano una prestazione fantastica. Ma in quella quadrupla non è riuscito a rimanere dentro e il campione olimpico difficilmente avrà l’opportunità di difendere quel metallo prezioso a Sochi. Per la cronaca, Riccardo Tonetti ha concluso al 41esimo posto, mentre Ronci non ha concluso la gara. Attenzione, nella seconda manche, al francese Lizeroux. E’ ventesimo  a 3’14 dal leader, ma scommettiamo su una sua posizione di vertice, come accadeva fino a tre stagioni fa, prima che entrasse nel vortice degli infortuni. 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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