Cristian un’inclinazione eccessiva, Thaler una classica inforcata: nella prima manche dello slalom di Bansko lo squadrone azzurro ha perso due pezzi da novanta ma ne ha altri due. Anzi diciamo tre: Stefano Gross quinto, Giuliano Razzoli settimo (assieme a Biggmark) e Manfred Moelgg quattordicesimo. Passo indietro, in testa c’è Marcel Hirscher che sempre più assomiglia a un computer dotato di anima! Non è freddo e calcolatore, perché soffre e rischia sempre al limite, ma la sua sciata è uno spettacolo. Anche quando stava scivolando verso le reti ma è stato capace di evitare tale rischio riportandosi come un fulmine nella piena centralità. Sul pendio della stazione bulgara anche lo svedese Andre Myhrer ha finalmente imbroccato una manche delle sue, fatta di dinamicità e precisione assoluta. Perde dall’austriaco appena 6 centesimi, 4 in meno del tedesco Felix Neureuther. Tre atleti in 10 centesimi, bella sfida nella seconda. Ci sarà però anche Mario Matt che è lì a + 45 e poi il nostro Stefano (+68), superlativo nella prima metà, meno plastico nella seconda dove ha sciato fin troppo preciso tranne che in una curva verso destra dove si è inclinato troppo rischiando di uscire. Il contrario di Razzoli (ha davanti Pranger) che si è preso quasi 7 decimi nel primo tratto per poi perdene appena 3 dall’intermedio al traguardo (perde 1 secondo netto). Per Deville, partito con il numero uno, nessun dramma: stava andando come un treno secondo il solito standard elevatissimo diomostrato per tutta la stagione, poi in un passaggio innocente e privo di insidie si è inclinato eccessivamente. Un errore frutto di un micro arretramento assunto nella porta precedente. Per Thaler la lettura è più semplice: nella ricerca della massima velocità è andato troppo dritto sul palo e la punta dello sci destro è passato all’interno del palo. Capita. Per il resto nessuna sorpresa, a parte la fuoriuscita dei nostri due azzurri. Gross e Razzoli possono però ambire al podio sempre che la seconda manche offra qualche difficiltà tecnica in più rispetto alla prima, forse troppo ritmica e semplice, come testimoniano i distacchi minimi dei primi classificati.
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