Eh sì, è proprio così, Christof Innerhofer ha disegnato la gara perfetta. Un vero capolavoro di tencica, coraggio, controllo, senso tattico. E il tutto con un’azione sorretta da una semplicità incredibile. Una performance così non la ricordiamo, nemmeno quando vinse l’ultima sua gara, il 23 febbraio del 2013, nella discesa di Garmisch. Inner è riuscito ad azzeccare tutto e a non sbagliare nulla. Sì, forse una piccola sbavatura nell’ultima parte, dopo aver superato le maggiori difficoltà.
Questo potrebbe sembrare il prologo del racconto di una vittoria. Purtroppo non lo è, perché quando in partenza c’è Akslel Lund Svindal non si può essere mai certi di nulla, anche in presenza di una prestazione splendida. Il norvegese gli è sempre stato dietro, ma nell’unica piccolissima sbavatura commessa da Christof nelle ultime battute, il norvegese se ne è avvantaggiato concludendo 5/100 prima di Inner, raggiungendo così la vittoria numero 17 in superG (14 quelle in discesa, + 4 giganti e una super combinata, per un totale di 36!) . Rimane un grande rammarico ma non c’è troppo da disperarsi. Fossero questi i problemi… La bella notizia, ancora più del secondo posto è come ha sciato l’Azzurro. Una vera meraviglia, un esempio stilistico e sopratuttto una voglia di raggiungere il risultato priva di quel nervosismo che forse ha caratterizzato le sue ultime stagione. Onori dunque a Svindal, perché comunque, indipendentemente da ciò che ha vinto in carriera finora, scendere su un percorso così complesso e tecnico con una mano rotta, non è proprio da tutti. Soltanto l’idea di sfiorare col tutore le porte a 130 all’ora dovrebbe costituire un piccolissimo freno, se non altro, psicologico. Macché, niente di tutto questo. Davanti agli occhiAksel Lund conosce soltanto il senso della vittoria. Che anche oggi è meritata. Alle loro spalle, in una lotta tanto per cambiare norvegese, Kjetil Jansrud l’ha spuntata su Aleksander Aamodt Kilde, che poi si è visto scavalcare al quarto posto dalla sorpresa di giornata, il francese Johan Clarey che con il pettorale 50 ha fatto tremare anche gli autori del podio fissando poi il suo ritardo in 65/100, uno inmeno di Kilde. E’ andata peggio agli austriaci rimasti a bocca asciutta: Matthias Mayer il migliore, sesto alle spalle del tedesco Josef Ferstl, il vincitore dello scorso anno. Delusione invece per Max Franz e Vinent Kriechmayr finito fuori dai top ten.
Il gioco di squadra dei norvegesi invece è stato fantastico: 4 nei primi 8, grazie all’ottavo posto di Sejersted. L’Italia gode solo con Innerhofer, perché Dominik Paris, seppur stava andando come un treno, in corrispondenza di una mini compressione, si è schiacciato nel buco senza riuscire a reagire e a superare correttamente la porta. Poteva giocarsela con Jansurd e Kilde. Peter Fill (39° a + 1″88) non poteva far altro che un allenamento, per i noti guai alla schiena rimediati a Beaver Creek.
Anche Mauro Caviezel, leader di specialità fino a questa gara, non ha lasciato il segno: per lui solo una decima piazza che lo ha fatto retrocede3re in terza nella classifica generale di superG dove invece è balzato in testa Svindal dinnanzi a Jansrud. Emanuele Buzzi ha concluso al 20esimo posto con un gap di 1″44, 27° Mattia Casse ha concluso a +1″52, 37° Matteo Marsaglia a +1″83, 52° Alexander Prast a + 2″33, mentre Davide Cazzaniga non ha concluso la prova
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