Vista la tracciatura si diceva: il disegno è anti Ligety. Già, come no. Il fatto è che puoi mettere le porte vicine o lontane, filanti o angolate che non cambia proprio nulla. Una manche perfetta quella dell’americano, l’unico a saper interpretare il percorso e soprattutto un terreno davvero impegnativo con quel duro pazzesco che non ha regalato nulla. Incredibile quell’intraversata pilotata sul muro, diciamo alla Simoncelli, dove sembrava avesse frenato in eccesso. E meno male, perché, classifica alla mano, al secondo posto c’è un sorprendente Svindal a +1"30, per nulla a disagio su quello stretto finale. Poi Marcel Hirscher, l’eroe del popolo austriaco, che però non ha sciato proprio bene. Strappi qua e là e una lieve difficoltà iniziale. Si è lasciato andare solo sul muro finale, ma era troppo tardi per far meglio di 1’14"58, ovvero 1/100 più lento di Svindal. Si giocheranno una medaglia (argento o bronzo) assieme al nostro sempre splendido Manfred Moelgg, preciso e sicuro su quel ghiaccio vivo. Poteva esserci qualche centesimo in meno nel suo tempo se non avesse rischiato addiruttura di uscire all’ingresso del muro, ma ha saputo salvarsi bene senza perdere troppo: Manni è quarto a + 1"44, meglio del tedesco Dopfer, quinto a 1" e 58, mentre il nostro Simoncelli, con 1 e 77 di ritardo può far parte della partita nella seconda manche. A rischio invece Alexis Pinturault, nervoso e imperfetto come mai lo abbiamo visto. Ha quasi 2 secondi da recuperare, e anche una delle sue celebri seconde manche da paura potrebbe non bastare. Chi invece sembra proprio tagliato fuori, purtroppo è Max Blardone, 12esimo a +2"33. Affrontare una pista del genere dopo aver preso una botta tremenda due giorni prima non è certamente l’ideale: "Me lo aspettavo finisse così – ha detto SuperMax – Oggi ho avuto la conferma che non sono all’altezza dei migliori. la caduta? No non ha infuito. Ero sempre fuoritempo e non mi sono trovato. Non so cosa dire, troppo lento, sempre sugli spigoli. Un secondo dopo 20 parla da solo". Tutto può sempre accadere, ma quando manca anche il morale è forse inutile sperare che possa capitare un miracolo nella seconda manche (tracciata dal nostro Theolier). Da segnalare la discesa del francese Fanarà, l’unico ad avvicinare Ligety fino all’ultimo intermedio quando perdeva soltanto 17/100. Poi a tre porte dal traguardo un errore di linea fatale l’ha fatto uscire, ma aveva già sbagliato anche poco sopra. Il quarto Azzurro, Roberto Nani ha invece tagliato il traguardo ma con 4"30 di ritardo. Troppo evidenti e gravi gli errori. Seconda manche alle 13.30.
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