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Schild, bellissimo, ma che fatica

Marlies Schild festeggia con discrezione la sesta vittoria in slalom della stagione e la 33a in carriera: per eguagliare il record della Schneider ne manca 1, per superarla 2. L’austriaca ha però dovuto soffrire più del solito, nella prima manche infatti, sono parole sue, "ho fatto fatica su quella neve aggressiva e non sono riuscita a sciare come so". Corsa ai ripari cambiando sci per la seconda manche, la Schild ha poi dato tutto per tentare la rimonta, andata a buon fine: "Vincere è sempre bello, ma onestamente preferisco farlo dopo essere già davanti nella 1a manche. Anche perché oggi forse non avrei vinto senza gli errori di Poutiainen e Geiger, quando sono arrivata giù con buon margine sulla seconda ho capito che il podio c’era, ma la vittoria era lontana. Alla fine però sono orgogliosa di come ho reagito ai problemi avuti nella prima manche, non è facile scendere sapendo che tutti si aspettano solo una mia vittoria, forse anche questo mi ha un po’ condizionato quando ho sentito che gli sci non andavano come volevo io.
Ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene!".  Per lei, dunque, non poteva andare meglio, e lo stesso si può dire per la seconda di giornata, Frida Hansdotter, al secondo podio in carriera (era stata 2a in uno slalom nel 2009) e forse vissuta in un’altra dimensione durante tutta la giornata. "Vento? Quale vento, io non l’ho sentito, nessun problema!" salvo essere quasi spazzata via durante un’intervista televisiva al parterre… "Ecco adesso lo sento, ma in gara davvero non mi ha disturbato!". Beata lei…
Di ben altro parere è Tanja Poutiainen, sportivissima però a non trovare scuse quando invece ne avrebbe tutte le ragioni. "Non sono arrivata e questo è quel che conta alla fine. Per vincere bisogna fare bene due manche e io mi sono limitata a una e mezzo. Il vento? Bé… quando ho sbagliato effettivamente ero un po’ deconcentrata perché non vedevo bene dove mettevo gli sci, ma questo è lo sport, bisogna accettarlo e io lo faccio. Andrà meglio la prossima, questa pista è fantastica e avrò altre occasioni per dimostrare che posso vincere e battere la Schild in slalom". In casa Italia il morale è basso. Manuela Moelgg ha fatto fatica ad adattarsi alla neve aggressiva, Irene Curtoni, discreta nella prima manche, nella seconda ha sbagliato molto anche per le folate di vento che l’hanno travolta sul muro finale, quanto alle altre tre, nemmeno qualificate alla manche finale, c’è poco da dire: Costazza e Brignone nella parte alta sono state letteralmente fermate dal vento e sul muro poi non sono riuscite a recuperare (Chiara è stata anche sfortunata, mancando la qualifica per 5/100, mentre Federica a fine muro è uscita dal tracciato e ha risalito una porta), Nicole Giius nel tratto a lei più congeniale si è come addormentata, finendo a 3/10 dalla qualifca. Con Manu Moelgg in serie negativa e a causa dei problemi fisici poco presente anche agli allenamenti, a questa squadra manca una leader, un punto di riferimento e purtroppo a risentirne sono i risultati di tutte.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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