Stefano Gross, in arte Sabo, Manni, ovvero Manfred Moelgg, Hanna abbreviazione di Johanna Schnarf: ai tre Azzurri abbiamo chiesto di dare piccoli consigli ai Giovani. Non è semplice per due motivi, si rischia di essere banali e non si ha voglia di dire troppo perché alla fin fine, in gara sono tutti contro tutti. Al diavolo la carta di identità (Manni ’82, Hanna ’84, Sabo ’86) Anzi, probabilmente sono proprio gli atleti più giovani ad essere mal digeriti, sotto alcuni punti di vista. Ti batte Pinturault, beh, ci sta. Ti batte Braathen, mmm… un po’ meno. Vale anche al contrario, battere Pintu è un conto, battere Lucas, un altro.
Il risultato dei due giganti di Sölden, dove Alice Robinson, Lucas Braathen e altri giovincelli si sono fatti vedere non poco, ci ha ispirati per chiedere all’esperienza, come e dove trovare gli stimoli giusti per imporsi in età ancora acerba.
E alla fine qualcosa siamo riusciti a farci dire, trascinandoli tutti e tre nello stand di Sciare allestito alla fiera Skipass di Modena. E tutto sommato non si sono tirati indietro. Facciamo allora un passo indietro.
Moelgg ha ottenuto il suo primo podio all’età di 22 anni, precisamente nello slalom speciale di Schladming nel 2004, gara vinta da Benjamin Raich (4 anni più di Manni). Poi più nulla per tre stagioni, ovvero fino al 2007, anno in cui il trentino è decisamente esploso, raccogliendo 5 podi (quattro 3° posti e un 2°). Due le vittorie in carriera, entrambe tr ai rapid gates, la prima nel 2008 a Krankska Gora, la seconda a Garmisch.
Stefano Gross è venuto fuori in età più avanzata: nel 2012 il primo podio (quindi a 26 anni), secondo nello slalom di Adelboden, località che gli ha regalato, tre anni dopo, la prima e unica vittoria in Coppa del Mondo.
Johanna Schnarf di podi ne ha ottenuto due, a otto anni di distanza l’uno dall’altro: discesa di Crans Montana nel 2010, superG di Cortina nel 2018.