Lo staff elvetico è in festa perché vincere due medaglie alla prima gara maschile è un ottimo viatico per tornare a casa con la borsa piena. L’unico che rimane calmo e pacifico è Franz Hofer il team captain della compagine rossocrociata: “Quando ho visto gli austriaci sbagliare ho capito che potevamo portare a casa il risultato. Su Weber ero pronto a scommetterci, ma su Mani pensavo di vederlo protagonista nel superG e se questa è la forma che ha in questo momento, per domani la vedo proprio bene. Sono della stessa opinione i componenti del “Nils Mani Fan Club” presenti al parterre d’arrivo con tanto di striscioni. I componenti? Mamma Karin, sorella Xenia e nonno Peter: “E’ la prima volta in realtà che lo seguiamo e se siamo qui è perché avevamo dei presentimenti giusti. Ora non lo molleremo più!”. Sarà merito loro questa medaglia di bronzo? “Diciamolo dai, perché in effetti il primo a sorprendermi di questa medaglia sono proprio io. Su Weber non avevo dubbi, è uno dei più forti, ma io sono più forte in superG”. Una spiegazione a tutto questo c’è e la dà Matteo Joris, tecnico degli Azzurri: “Le condizioni di neve sono un po’ cambiate rispetto alle prove e i supergigantisti qui sono andati a nozze, perché sanno meglio lavorare sulle curve strette quando il terreno è duro e un po’ sconnesso, rispetto ai deputati della velocità e della pura scorrevolezza. Lo testimonia anche il risultato di Baruffa. Però, che rabbia, per poco più di tre decimi era medaglia. Dove gli abbia persi non è facile scoprirlo, forse nei tratti di pura scorrevolezza dove deve ancora migliorare un poco. Ma poi non dimentichiamo che Stefano è uno specialista del gigante e dello slalom. Con questo risultato potrà anche tornargli molto utile in chiave combinata, dove si sommano discesa, gigante e slalom. Gli altri invece hanno sbagliato linee in alto, allargando eccessivamente le traiettorie. Peccato perché non è che siano così distanti dal vertice. Complessivamente non possiamo però lamentarci, ne abbiamo 4 nei venti, anche se so che i miei ragazzi non saranno per nulla contenti, perché alla vigilia sentivano di poter andare in medaglia. Speriamo che domani nel superG si portino dietro quel senso di rabbia che in certi casi aiuta”. Stefano Baruffali invece affronterà la seconda gara con la felicità che ancora gli disegna il viso: “Se mi avessero detto ieri che sarei arrivato quinto non ci avrei creduto. Anzi sesto, perché Manuel Schmid mi ha appena fregato. Ma non importa, quinto o sesto non sposta di una virgola quello che è il risultato più bello della mia carriera in campo internazionale. Di tono decisamente differente le voci di Matteo De Vettori e di Andrea Ravelli che non riesce a darsi pace: “Sono andato abbastanza bene all’inizio ma ho “cannato” l’unico punto dove non si doveva proprio sbagliare. Sono arrivato un po’ in ritardo sul salto perché avevo preso male la curva precedente. E poi, quando arrivi sul piano lento ti prendi una barcata di secondi”. Le parole di Matteo sono l’esatta fotocopia di quelle di Andrea e non nascondono rammarico e delusione, ma poi il diciannovenne di Rovereto (TN) trova la forza per pensare positivo: “Ci rimane però il superG e cercherò di riscattarmi, perché è vero che avevamo più chance in discesa, ma le condizioni della neve potrebbero favorirci. Insomma, mai mollare!”
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