Ricordiamo quel giorno quando cadde il muro dei 200 km/h con sci di serie. Parliamo ovviamente di Kilometro Lanciato. E quel 15 marzo 2000 un francese sfondò per la prima volta la barriera dei 200 all’ora con un paio di Dynastar da 2,16. E diventa il nuovo recordman mondiale della velocità nella mitica categoria degli sci di serie.
Stefane Aubonnet nell’azione del record
Il suo nome è Stephane Aubonnet, aveva 27 anni ed faceva parte della nazionale allenata da John Leduc (Coppa Europa) e da Mauro Cornaz (Coppa del Mondo).
Il 15 marzo è precipitato sulla pista dei miracoli di Les Arcs a 202,40 km/h ed ha migliorato il primato precedente che il bresciano Pietro Albertelli deteneva con 190,577 km/h da 24 anni, esattamente dall’11 luglio del 1976.
L’ultimo ad attaccare i 200 allora era stato il 2 maggio del 1999 un altro francese, Stephane Lagard. Sulla stessa pista di Les Arcs aveva raggiunto i 190,275 km/h. Era talmente lontano il record di Albertelli che gli organizzatori per qualche mese hanno pensato si trattasse del primato mondiale. Era invece la terza velocità di tutti tempi, inferiore a quella di Albertelli ed anche ai 190,476 km/h dell’austriaco Anton Bereuter, grande avversario del nostro campione del 1976.
Nella grande velocità dove gli specialisti del coraggio usano sci da 2,40 la barriera dei 200 è caduta a Portillo (Cile) nel 1978 quando l’hippy americano Steve McKinney ha toccato i 200,222 km/h.
Fino ad all’ora, dopo 22 anni, il club dei Duecento si era affollato. Ne facevano parte 253 uomini 25 donne.
Il top è stato raggiunto nel 2000 a Les Arcs, dall’austriaco Harry Egger con 248,105 km/h.
La velocità di Aubonnet sarebbe la numero 229. Ma attenzione perché tra i 2,16 e 22,40 c’è una differenza di stabilità enorme.
E poi nella grande velocità si usano carenature di tutti i tipi compreso il casco, mentre Aubonnet ha stabilito il nuovo record con l’equipaggiamento di un discesista di Coppa del Mondo.
La “carenatura” del kappaellista, molto diverso da chi ha sempre interpretato il KL con sci (e tutto) di serie
Anzi, secondo la moda, i suoi sci erano piuttosto corti. Si pensi invece ai 2,08 che Alberto Tomba utilizzò nello slalom gigante di Albertville del 1992. Sembrava un’epoca antica, eppure erano passati solo otto anni.
Stephane Aubonnet abita ad Annecy. È nato il 1 febbraio del 1973 quando Alessandro Casse stabilì il record mondiale dei 184,237 km/h.
Si poteva definire anche un po’ poeta (“nella velocità e cerco un’emozione”) calato nella scienza dei computer e dell’informatica. Cominciò a sciare a tre anni nello zainetto di suo papà. “Poi ho dettato una lettera a Gesù bambino. Volevo sciare da solo e volevo un paio di sci.”
La sua carriera, all’inizio, era la solita. Piccole gare, gare più importanti, provinciali, regionali, nazionali. “E a un certo punto mi sono trovato di colpo assieme a Luc Alphand”.
Nel 1995 del 1997 ai campionati francesi riuscì a sfiorarlo. “In Coppa del Mondo è più dura, i pettorali alti non ti aiutano, le piste sono sempre diverse, qualche volta sono dolci come una caramella, qualche volte sono un inferno” racconta Stephane.
Mauro Cornaz, l’ex discesista azzurro che nel 2001 allenava i discesisti francesi per il sesto anno ricorda: “ Stephane era uno scivolatore nato, un ragazzo tranquillo, serio. Posso dire che non avesse una simpatia esagerata per i salti.
Piaceva perché diceva sempre le cose con chiarezza, non girava attorno al tavolo. Sono felice che abbia fatto questo record, sono molto contento”.
Aveva cominciato a studiare informatica e a un certo punto s’è trovato al solito bivio. Da una parte la carriera da atleta, dall’altra la carriera della vita. Aveva davanti a sé molte opportunità e così ha scelto queste, cioè Internet. Ed ormai pensava alla neve solo come un modo per ritrovare vecchi amici quando un giorno del 1998 a Bourg Saint Maurice incontra allo Ski Etude un certo Laurent Sistak. Che gli racconta le sue esperienze con la velocità.
Stefane Aubonnet
Sistak è un duro, nel 1999 a Les Arcs catturò con 245,232 km/h, la terza velocità di tutti i tempi. Ad Albertville, dove la velocità era entrata come prova dimostrativa, vide il podio vicinissimo.
Chi frequenta la velocità affronta delle gare che vengono definite per professionisti. In realtà non è così. La velocità è passione e basta. Laurent Sistak racconta a Stephane Aubonnet le sue avventure all’adrenalina, comincia ad ipnotizzarlo.
Alla fine Aubonnet capisce che questa sfida con se stessi potrebbe piacergli. Anzi, gli piace. C’è anche il confronto con gli altri che ha sempre il suo fascino. Comincia a buttarsi. La velocità è una sorgente di sensazioni straordinarie, ti stimolano e ti stregano.
Laurent Sistak pensa al goal dei 250 all’ora ma con la coda dell’occhio lo sorveglia. Rimanda consigli, esortazioni, entusiasmi. Il 15 marzo è un mercoledì. La pista di Les Arcs è circondata da un bel po’ di gente. L’inizio è un vero tuffo nel vuoto, ci vuole del fegato per salire fin lassù con quegli sci. L’accelerazione di Stephane Aubonnet è terribile, la neve canta, è una buona neve.
La velocità sale, sale, sale. Poi il proiettile entra ed esce dalla zona rossa in un attimo, il tempo di fare un click. Comincia a perdere velocità, ad alzarsi lentamente, comincia a fermarsi. Come si toglie il casco sente una gran risata. Si volta a guardare. Laurent Sistak si toglie il cappello piumato che non ha alla maniera di un D’Artagnan e saluta il suo amico Stephane con un inchino solenne. Benvenuto nel club dei 200 all’ora. Champagne.
Ricordiamo che il record assoluto di velocità sugli sci è detenuto dal Ivan Origone (fratello più giovane del pluri decorato Simone) che il 26 marzo del 2016 toccò i 254,958 km/h sulla pista di Vars.
(Massimo Di Marco)