Il podio non c’è ma Dominik Paris torna indubbiamente a sorridere, in una gara folle, perché ora ha la certezza che l’infortunio è definitivamente alle spalle. Ci voleva la discesa per averne la sicurezza. E oggi in quel di Val d’Isère l’ha avuta.
Una gara molto particolare che si è portato a casa lo sloveno Martin Cater sceso col 41 quando l’austriaco Otmar Striedinger col pettorale 26, e l’elvetico Urs Kryenbuhel, già pregustavano la prima vittoria in carriera, il primo e la piazza d’onore, il secondo. Così Kilde è rimasto giù dal podio con un tanto amaro in bocca.
Gara folle, appunto, che ha lasciato in fibrillazione fino alla fine tutti quanti. Cater, armato di Stöckli, non è un signor nessuno, perché quando arrivo ottavo a Wengen (2019), qualcosa dentro ce l’hai. Quella è stata la sua migliore performace in discesa, ma l’anno scorso sempre a Wengen fu sesto in combinata. Come nel superG di Kvitfjell del 2016. Poi due quinti posti nel team Event di Are 2018 e Aspen 2017.
Sono questi i veri valori della discesa? Ne saremmo sorpresi se questo accadesse anche in Gardena, ma qualche dubbio lo abbiamo. Cos’è successo? La pista ha cambiato la sua scorrevolezza atleta dopo atleta. Con uno sci preparato per queste situazioni si poteva fare il tempo.
Domme è nono e in tempi non sospetti sarebbe incavolato nero. Ma oggi la partita era molto diversa. Serviva la prova che l’infortunio è alle spalle e che il suo livello è al pari dei top player. Così è accaduto, perché il suo ritardo è davvero minimo. 4 decimi dal leader, in una classifica cortissima. Con 20 atleti racchiusi in un secondo.
Tra loro, Johan Clarey, quarto a 2 decimi, Beat Feuz, quinto a +0,26, Andreas Sander, sesto a +0,35 Matthias Mayer, settimo a +0,32 e Romed Baumann ottavo +33/100.
Distacchi, quindi minimi, ed è per questo che la performance del nostro gigante Azzurro assume di valore.
Come ha fatto a vincere Cater? Indubbiamente la pista nella parte alta si è velocizzata non poco. Ma pian piano è risultata più scorrevole lungo tutto il suo percorso. E poi non ha sbagliato niente, sfruttando al massimo le sue doti di scorrevolezza, su una pista che ha previsto solo un paio di passaggi difficili.
Lo testimoniano gli intermedi, continuamente battuti. Il veterano tedesco Baumann col 21 è stato in testa fino a 20 secondi dal traguardo. Poi però i più grandi sono riusciti a difendere il valore tecnico nei passaggi in cui non si poteva sbagliare una virgola.
Ne sa qualcosa l’elvetico Nielss Hintermann che in vista del traguardo aveva mezzo secondo di vantaggio su Kilde che comandava fino a quel momento. Poi ha preso il volo schiantandosi nelle reti, per fortuna senza alcuna conseguenza. Solo alle dita che si è mangiato al traguardo quando gli hanno riferito cosa stava per fare!
Dopo la bella prova di ieri, invece, Christof Innerhofer non si è ripetuto. Ha sciato un po’ sulle uova, forse in difficoltà su quel terreno che non gli ha dato la giusta sicurezza. Fuori dai trenta come Tonetti, un centesimo più veloce di lui.
Niente male invece, Matteo Marsaglia, che ha tenuto bene su tutta la pista. Forse un po’ troppo sullo spigolo in alcune traiettorie, ma i 9 decimi di ritardo sono davvero pochi e la 16esima piazza è da lodare.
Per colpa di un’inclinazione eccessiva è uscito di pista Lele Buzzi che ha fermato la sua corsa contro le reti, per fortuna senza alcuna conseguenza. Guglielmo Bosca non è riuscito a sfruttare queste condizioni davvero uniche e con un ritardo di 1″92 è uscito dalla zona punti. peccato.
Per la cronaca, l’ultimo sloveno capace di vincere in discesa è stato Andrej Jerman che nel 2009 conquistò la Stelvio di Bormio (e nel 2007 a Garmisch)
non c’è il podio