Niente da fare: Speed Opening, arrivederci al 2023.
Niente da fare. La Coppa del Mondo femminile non decolla, anche le donne dovranno rinviare l’appuntamento con le discese di Zermatt-Cervinia al 2023. L’ispezione sulla pista di questa mattina ha dato esito negativo, ancora una volta sono state le temperature elevate a creare problemi, sarebbero bastati pochi gradi in meno per trasformare in neve la pioggia caduta fra domenica e lunedì, dando così il via libera al completamento della pista.
Gruppi elettrogeni già in fase di smantellamento…
Spiace tanto, spiace a tutti, ma gli otto mesi di lavoro frenetico e tutti gli sforzi (anche e soprattutto economici) fatti con l’obiettivo di aprire la stagione della velocità con quattro discese fra Svizzera e Italia non andranno perduti.
La Fis ha dato al comitato organizzatore dello Speed Opening Matterhorn Cervino
la garanzia che questo progetto potrà essere sviluppato e realizzato per diversi anni. Evolvendosi, cambiando data magari e, perché no, facendo tesoro dei consigli e delle critiche, piovute numerose per voce di alcuni grandi nomi del circuito.
Le postazioni delle televisioni
Interrogato in merito, il presidente del comitato organizzatore Franz Julen non si è nascosto, anzi: «Per me l’atleta ha sempre ragione e quando parla bisogna ascoltarlo. Voglio dunque riflettere bene prima di rispondere a questa domanda… Credo sia normale che ogni nuova idea attiri critiche.
Le accettiamo se giuste e costruttive. Si è detto che ci potrebbe essere un problema con il vento? Vero, abbiamo previsto tre partenze a diverse quote. La discesa è troppo lunga a quella quota? Ok, abbiamo accorciato la pista. Progetto non sostenibile? Se questo tema sta tanto a cuore, chi ha criticato doveva evitare di andare a gareggiare a Pechino, dove sono state sventrate intere vallate.
La conferenza stampa di ieri sera dove era già chiaro che la gara sarebbe stata annullata. Ma nel rispetto delle regole, abbiamo atteso la comunicazione ufficiale della Fis arrivata alle ore 12:oo di oggi
Faccio notare che saremo l’unica discesa del circuito senza reti A, quindi senza installazioni fissate nel terreno. Terreno che non abbiamo praticamente toccato, così come, per ovvie ragioni, non abbiamo toccato alberi, cosa che invece viene spesso fatta per creare nuove piste da discesa.
Il Muretto costruito per il mega screen che sarebbe stato montato sul posto
La sicurezza? Garantita da più file di reti B e dall’ampiezza della pista,
che offre lunghe vie di fuga in caso di caduta. Troppo lungo il trasferimento dal paese verso la pista? Se uno sciatore non è disposto a passare un’ora sugli impianti per andare a gareggiare è meglio che cambi mestiere».
Il tendone dedicato agli spettatori “Vip” con terrazza che guarda sul traguardo
In occasione della conferenza organizzata ieri a Chatillon per presentare la collaborazione con l’Ecole Hotelière della Valle d’Aosta e dei tanti produttori locali coinvolti nell’evento, si è ancora una volta capito che la Coppa del Mondo di sci non è solo azione, vittorie o sconfitte. E’ molto altro.
Sono le centinaia di ore di lavoro fatte sulla pista (non invano, ora verrà utilizzata per allenamenti e poi per i turisti), sono gli accordi di collaborazione e gestione organizzativa (un modello anomalo, con realtà tanto diverse da far andare d’accordo e complicati problemi logistici da risolvere), sono anche quei 3000 pasti preparati dai docenti e dagli allievi dell’Ecole Hotelière di Chatillon, pronti da portare in quota per gli ospiti che avrebbero riempito i tendoni al traguardo delle gare.
Il menu… andato in fumo!
Prelibatezze realizzate solo ed esclusivamente con prodotti valdostani («saremo più forti sugli sci, ma sul cibo, ha ammesso Julen, non c’è storia, gli svizzeri sono nulla in confronto agli italiani»), perché l’evento sportivo serve anche a questo: a raccontare e promuovere storie, a valorizzare un territorio, a farlo conoscere in tutti i suoi aspetti. E cosa può esserci di più bello che godersi una gara con il Cervino sullo sfondo gustando un buon vino e un menù a chilometri zero?
Il tendone Vip ora è così…
Dai discorsi di Julen, del suo vice (nonché numero 1 del Comitato Asiva) Marco Mosso e anche degli altri relatori (il vicepresidente della regione Valle d’Aosta Luigi Bertschy, l’assessore al turismo Jean Pierre Guichardaz, il presidente e amministratore delegato della Cervino spa Federico Maquignaz) è emerso chiaro e forte un messaggio di grande rispetto reciproco e di perfetta collaborazione fra Italia e Svizzera, per nulla frenata da culture e mentalità diverse.
Le cucine per il super menu che avrebbe dovuto deliziare gli spettatori
«Molti pensano che la montagna sia divisiva, ma questa bellissima esperienza ci ha insegnato che invece può unire» ha detto Marco Mosso.
E allora appuntamento al 2023, parlando anche di un altro progetto che sta a cuore a tutti, l’Alpine Crossing, collegamento fra Cervinia e Zermatt da realizzare con un nuovo impianto che da Plateau Rosà porterà anche i non sciatori sul Piccolo Cervino, spettacolare balconata panoramica sulla Gran Becca e su tutti i 4000 delle Alpi. Niente da fare: Speed opening
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