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Nicol Delago: “Sentivo un tifo pazzesco e…”

Nicol Delago è raggiante al traguardo. Non vede l’ora di abbracciare la madre e la nonna per festeggiare con loro il primo podio della sua carriera arrivato proprio a pochi passa da casa sua, sulla Saslong, in Val Gardena, dove le donne ha gareggiato per la prima volta nella storia della Coppa del mondo. “È incredibile, qui, a casa mia. Sono partita che sentivo tutto il tifo e mi sono detta ‘vado a tutta’ – rivela l’azzurra -. Mi sono studiata bene il tracciato con i tecnici. Sono felicissima, quando ho sentito che c’era la gara in casa, quasi mi veniva da piangere, non avrei mai pensato che qui, a casa mia, un giorno avrebbero fatto gareggiare le donne“. “Mi sembra comunque ancora un sogno e faccio fatica a credere quello che è successo. La prova questa mattina è stata fondamentale perché ho capito che nulla era scontato e che avrei dovuto tirare fuori più di quanto pensassi per fare risultato. Non ero andata bene anche perché ero tesa e mi è servita per rompere il ghiaccio. Più di così non potevo fare, penso di non aver sbagliato nulla e forse èstata una gara, diciamo, quasi pefetta. Il secondo posto va benissimo anche se vicinissima alla vittoria. ma questa è una vittoria!
Se penso che quando ero piccola, uscivo di casa, all’altezza del Ciaslat, mettevo gli sci e iniziavo a sciare sulla Saslong B (la pista laterale)… Mi sembrava proprio di avere la pista in casa”. Una curiosità: la dedica è per suo papà Norbert, fratello di Karla e Oscar Delago, ex Azzurri ed è l’unico a non essere entrato in squadra. In tutta questa gioia il “peso” di sostenere Mika un esemplare splendido di Samoiedo che spesso posa con lei nelle foto pubblicate dalla padrona su Instagram

Anche Nadia Fanchini, partita con il pettorale numero 1, sorride, al di là del risultato: “Io non cerco mai scuse, questa è una bellissima pista, solo che io ho caratteristiche diverse, si parte nel piano e i primi secondi di gara sono davvero dritti e non c’è un’alta velocità. Potevo difendermi meglio se la neve fosse stata più ghiacciata: guardavo le analisi, non sono andata neanche male al Ciaslat, anche se ho sbagliato l’ingresso. Mi sento che sto sciando bene, ce la metto tutta, la voglia nel cuore ce l’ho, spero di fare risultato. Mi auguro vada meglio nel superG, a St. Moritz e a Lake Louise ho fatto buone cose, non sono ancora riuscita a mettere insieme proprio la gara da inizio stagione, d’ora in poi spero di fare buoni risultati“.

Felice Francesca Marsaglia: “Non facevo così bene da tanto in discesa: sapevo che dovevo giocarmi le mie carte nel terzo intermedio, per me è un passettino avanti, volevo farlo e l’ho fatto. Sono convinta di essere nella direzione giusta. Il mio obiettivo era dire la mia almeno sulle curve e sono contenta. Spero di essere felice anche dopo il superG, ho un bel feeling con la pista. Il tracciato? Soggettivamente per me andava meglio con una pista più dura, secondo me si poteva partire un po’ più su”. Anche Elena Curtoni parla del tracciato: “La pista è bella, speravo fosse un po’ più dura, ma è divertente, piena di dossi, magari non ci sono tante curve da fare e per me sarebbe stato meglio”.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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