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e nel superG mondiale c’è un favorito, questi si chiama Hannes Reichelt. Tutto porta a lui. Prima di tutto, la tracciatura, che sarà nelle mani del suo allenatore. Non è un particolare da poco: abbiamo visto quest’anno quanta differenza hanno fatto i disegni in questa specialità. L’ultimo, il più bello della stagione, a Kitzbühel, molto veloce, molto tecnico. Si starà già studiando il modo di penalizzare Jansrud e Paris e porre Reichelt, ma anche i compagni di squadra Mayer, Striedinger e Streitberger, nelle migliori condizioni per vincere. Secondo aspetto, a proposito di vincere, Hannes sul podio del superG della Birds of Prey ha preso residenza: primo nel 2005, 2007 e 2014, più due terzi posti nel 2012 e 2013 (all’attivo anche un secondo posto in discesa nel 2013). Nessuno ha fatto meglio di lui, dunque, anche se a Kitzbühel ha fatto scendere la sua controfigura, è il favorito di turno. Terzo aspetto: sa cosa significa vincere una medaglia mondiale, perché nel 2011 a Garmisch si mise al collo l’argento, per un soffio alle spalle di Innerhofer. Avrebbe vinto il bronzo a Schladming nel 2013 se Ted Ligety non si fosse inventato una prova che non è mai più riuscito a ripetere. Il rivale più agguerrito probabilmente ce l’ha in casa. Si chiama Matthias Mayer che quest’anno ha conquistato due secondi posti e che scia in maniera divina e poi pare proprio essere uomo da grandi appuntamenti. Rewind un anno fa: oro a Sochi in discesa! Un altro atleta che quando sente l’odore del metallo si esalta, è Christof Innerhofer. Dopo Kitzbühel (nono in superG e 6° in discesa in due classifiche cortissime) è sicuramente un altro atleta rispetto alle prime gare dell’anno. Più scia, più il dolore alla schiena, che non sparirà più, diventa sopportabile. Due anni fa a Schladming andò male, ma a Garmisch 2011, per non farsi mancare nulla, portò a casa un oro (superG), un argento (Combinata) e un bronzo (Discesa). Se poi ci voltiamo indietro di un anno, vediamo ancora il luccichio dell’argento e del bronzo vinti in discesa e combinata a Sochi. A Beaver Creek per salire sul podio ha solo bisogno di una condizione: la neve dura. Se ci sarà, allora potrà davvero fare la differenza. Nel gruppetto dei «da tenere d’occhio», naturalmente ci mettiamo Dominik Paris e Kjetil Jansrud, mentre la vera sorpresa potrebbe rivelarsi Bode Miller. Non è una follia. È vero, non ha mai corso quest’anno, ma Bode è Bode,
DA TENERE D’OCCHIO
UOMINI: DOMINIK PARIS, KJETIL JANSRUD, BODE MILLER
DONNE: TINA WEIRATHER, ANNA FENNINGER, NADIA FANCHINI
personaggio capace di tutto. In verità ha maggiori chances in discesa, ma qui c’è forse più spazio per un risultato che, se dovesse arrivare, monopolizzerebbe i titoli di tutti i quotidiani del mondo. In campo femminile è davvero difficile fare pronostici. Sono almeno tre le atlete da considerare per l’oro. Un fiocco di neve in più lo diamo a Lara Gut che, pur in assenza di Vonn, stravinse qui l’anno passato. Sarà una lotta all’ultimo centesimo con l’americana, favorita, oltre che dalla sua classe immensa, anche perché Beaver Creek è casa sua! Qui si è allenata per preparare il rientro. In superG però sbaglia di più che in discesa, per cui potrebbe essere vulnerabile. Certo è che se scierà come a St. Moritz… Se l’è vista brutta solo con Anna Fenninger che l’avrebbe battuta se anche lei non avesse vissuto l’incubo della penultima porta. Quella che hanno saltato Maze, Goergl, Weirather e tante altre atlete di spessore. Per non incappare nello stesso macroscopico errore, Anna ha preso un anticipo esagerato, percorrendo diversi metri in più. Günther Hujara, che sostituiva Atle Skaardal come «comandante di gara», non poteva credere ai suoi occhi e pare abbia esclamato con ironica determinazione: «Ah… donne!». In quella due-giorni non ha potuto esprimersi Tina Maze, colta da un’influenza che le ha tagliato le gambe. Anche per la leader di Coppa molto dipenderà dalla neve: sul duro emerge, sul soft affonda; e dalla tracciatura: sui curvoni ampi e veloci è spesso imbattibile. Sanno andare in qualsiasi condizione, invece, sia Anna Fenninger che Tina Weirather. Traccerà il coach delle austriache e questo suona a favore di Anna, così come di Elisabeth Goergl. Per Tina si tratta del primo evento da medaglia. Confidiamo nell’abilità della «debuttante». Un posticino sulle previsioni di podio lo concediamo anche ai colori azzurri. Puntiamo su Nadia Fanchini, che è un talento naturale, ma in quanto tale, deve «sentire» la giornata. Il quarto posto di Sochi in gigante brucia ancora, e solo il brivido di una medaglia iridata riuscirebbe a spegnere la rabbia. Nel pre-mondiale 2013 fu quinta, ma in quell’occasione la neve era marmorea. Dovrà esserlo anche il 3 febbraio!
Ma due podi in due giorni hanno consacrato definitivamente il gigante della Val d’Ultimo, che ai Mondiali di Beaver Creek si presenterà da co-favorito, lasciando a Jansrud un p
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