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Mondiali 09: l’urlo di Janka

 L’elvetico Carlo Janka ha conquistato la medaglia d’oro nello slalom gigante ai Mondiali di Val d’Isere. Il giovane grigionese, classe 86, ha dominato sia la prima che la seconda manche disputata su una pista terribile per pendio, neve e tracciato. In pochi hanno saputo limitare i danni di una sciata condotta più in difesa che in attacco. Benni Raich c’è riuscito piuttosto bene vincendo la medaglia d’argento. L’austriaco non sbaglia mai un appuntamento importante. Che grande campione. L’uomo di giornata si chiama però Ted Ligety. L’americano, nono dopo la prima manche, è risalito fino alla terza posizione con una seconda prova da manuale, soprattutto nella seconda parte, la più difficile da interpretare. Anche Janka qui è stato formidabile. Aveva tagliato il primo intermedio perdendo 4 decimi da Raich. Gliene rimanevano 17 da difendere. Poi, il cronometro posizionato al termine del secondo muro ha scandito un -79 strabiliante. Al traguardo diventano 71 i centesimi di vantaggio a dimostrazione del grande divario tecnico che Carlo ha dimostrato nei confronti degli avversari. Max Blardone non ha gradito il tracciato, tantomeno la neve.  Terzo dietro a raich dopo la prima manche, anche se distaccato di quasi un secondo da Janka, non è riuscito a sciare con la giusta sensibilità nella manche conclusiva, disegnata dal nostro Guadagnini. Una prova da dimenticare che lo ha fatto retrocedere in quinta posizione, superato anche da un ottimo Hirscher, quarto a 7 centesimi dal bronzo di Ted Ligety.

Resta aperta una questione: perché proprio al Mondiale si sceglie un tracciato così stretto e con un raggio di curva così differente da tutti gli altri disputati finora? Pendio e dislivello regolano la distanza tra porta e porta. La Fis, in questo caso, non ha fatto deroghe e ne è venuto fuori un gigante atipico, dove tutti hanno faticato sette camicie, o quantomeno hanno subito il terreno anziché aggredirlo. Ci hanno provato i nostri Davide Simoncelli e Alexander Ploner, che hanno concluso in undicesima e ottava posizione. Manfred Moelgg, dopo vari tentativi di uscire dal percorso (era 6° a metà gara), si è arreso nella seconda manche finendo in dodicesima posizione. Ma al campionissimo slalomista azzurro si chiede di dimenticare in fretta una giornata storta per concentrarsi sulla sua unica e amata specialità: lo slalom di domenica prossima

Carlo Janka ha vinto perché ha affrontato soprattutto la seconda manche danzando leggero tra una porta e l’altra. Ha contenuto gli effetti negativi degli attriti scappando via dalla curva come un gatto. Fermo di busto ed evitando movimenti inuti spesso dettati dalla grinta, ha probabilmente sfruttato un momento di forma eccezionale, la stessa che gli ha permesso di conquistare il bronzo nella discesa libera. Se a 22 anni già sa digerire la tensione mondiale, il futuro gli riserverà gloria eterna!

Carlo Janka è nato a Obersaxen il 15 ottobre 1986. Nel 2006 conquista la medaglia di bronzo in gigante ai Mondiali Juniores. Ha esordito in Coppa il 21 dicembre 2005 nel gigante di Kranjska Gora. Memorabile la sua prova in discesa libera  del 29 novembre scorso, a Lake Louise, quando, partito con il pettorale 65 giunse secondo alle spalle del nostro Peter Fill. Questa stagione ha vinto anche la super combinata di Wengen e il gigante proprio in Val d’Isere il 13 dicembre

LE DICHIARAZIONI DEGLI AZZURRI (Fisi.org)

Max Blardone (5°): "Ormai non me la prendo nemmeno più. Dopo un prima manche discreta, non sono riuscito a fare la differenza nella seconda. La pista era troppo bucata per fare il tempo, eravamo tutti attaccati ed io ero l’ultimo del gruppetto dei migliori. Archiviamo questa gara, pensiamo ai prossimi appuntamenti di Coppa del mondo". 

Alexander Ploner (8°): "Gara bellissima, non mi aspettavo di andare tanto forte ma è un anno e mezzo che mi sento bene fisicamente e posso ancora migliorare. Negli ultimi due mesi mi sono fatto crescere i baffi per scaramanzia, da quando cioè mi convocarono per l’Alta Badia e andai male. Adesso dovrei entrare nei trenta della specialità, mi concentro sulle ultime gare della stagione che possono ancora riservarmi delle soddisfazioni".

Davide Simoncelli (11°): "Purtroppo la schiena ha ripreso a farmi male con insistenza, ogni curva era una fitta e quando si corre in queste condizioni è difficile fare il tempo. Sono soddisfatto di me stesso per questo piazzamento, il mio sogno è presentarmi un giorno in pista senza dolore".

Manfred Moelgg (12°): "Ho commesso una serie di errori nella parte centrale della seconda manche che mi hanno fatto perdere il ritmo ed anche nella prima non sono certo andato benissimo. Ho preso una botta al dito della mano sinistra nella ricognizione del mattino ma non è una scusa. Mi rimane lo slalom, sono già proiettato verso quella gara, dove ho mostrato di essere maggiormente in palla". 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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