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MERIBEL TEAM EVENT: oro alla Svizzera

Ci sono favorevoli e contrari ma di fatto lo slalom parallelo resta una delle discipline con il maggior tasso di spettacolarità e uno dei più seguiti. Sarà per aver l’intero tracciato sott’occhio, per la velocità della gara o, più facilmente, per la bellezza di vedere una sfida testa a testa, ma gli occhi restano incollati sulla pista e il tifo arriva a livelli calcistici. Mosca o Monaco ne sono degli esempi lampanti. Per contro una gara di meno di 20 secondi con pochi risvolti tecnici e con il pericolo d’infotuni (Adeline Baud oggi) non fa scendere in pista tutte le nazioni e tutti i migliori. 

COME FUNZIONA: Si parte utilizzando la spinta come per lo snowboard o la carving e poi giù tra le 23 porte telate strette e veloci. Si usano sci da slalom e la partenza è un elemento fondamentale. Spingere troppo presto pregiudica l’intera gara mentre farlo in ritardo può essere letale. Il distacco non conta. Un punto al team quando le proprie punte sono davanti a quelle dell’avversario. I team sono composti da quattro atleti divisi equamente tra i due sessi.

LA CRONACA: Sette i team al via con l’Austria che è andata direttamente in semifinale ma è uscita con la Svezia, che aveva estromesso la Francia per 3 a 1 nel primo turno. Gli austriaci sono usciti per la somma dei tempi dopo il 2 a 2 e hanno sentito sicuramente la mancanza di Marcel Hirscher. La Svezia in finale ha incontrato la Svizzera che ha estromesso dapprima la Germania (2 a 2 e migliori tempi) e poi l’Italia. Nelle quattro discese della finale è tornata la legge del percorso blu. Wendy Holdener ha strapazzato Sara Hector, quindi due punti consecutivi per la Svezia portati da Mattias Hargin e Anna Swenn-Larsson rispettivamente contro Justin Murisies e Charlotte Chable. In finale punto del pareggio di Reto Schmidiger su Anton Lahdenperae e successo per somma dei tempi.  

GLI AZZURRI: L’Italia ha superato agevolmente la Slovenia ma poi è stata beffata in semifinale dalla Svizzera che aveva superato la Germania per somma dei tempi. Chiara Costazza è uscita sul favorevole tracciato blu dando il primo punto agli sloveni. Poi però Simon Maurberger ha compiuto una vera e propria impresa superando Reto Schmidiger riportando il punteggio in parità. Impresa di Irene Curtoni che, seppur sul tracciato rosso più lento, ha recuperato su Wendy Holdener pareggiando la manche e portando un punto in casa azzurra. Sul 2 pari e il tracciato blu a diposizione Giuliano Razzoli è stato beffato da Justin Murisier per un solo piccolissimo centesimo. 3 a 2 Svizzera e azzurri in pista per la finalina contro l’Austria. Nella finale Chiara Costazza, Irene Curtoni e Roberto Nani hanno perso e a nulla è servito il punto di Simon Maurberger che ha segnato il miglior tempo assoluto e fa appuntare il suo nome per la prossima stagione.

 

 


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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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