Marcel Hirscher si ritira. Lo ha detto lui, in rigoroso tedesco, guardando dritto davanti a sé nell’affollatissima sala scelta a Salisburgo per l’ultima conferenza di un atleta che ormai è un ex. E scriverlo fa un certo effetto. Perché Hirscher negli ultimi dieci anni è stato sicuramente il nome più digitato sulla tastiera del mio pc, è stato l’atleta più intervistato, è stato il più di moltissime cose.
Di sicuro è stato il più vincente, con le sue 8 Coppe del Mondo generali consecutive, record impressionante in uno sport traumatico e pieno di variabili come il nostro. E poi… le tre medaglie olimpiche di cui due d’oro, vinte all’ultimo assalto quando sembrava che quel titolo fosse un tabù come lo era stato per tanti grandi del passato. E i cinque titoli mondiali, le 67 vittorie singole in Coppa (in 4 diverse discipline: gigante, slalom, superG e city event. Strano ma vero, in combinata non ha mai vinto), le 12 coppe di specialità (6 in GS e 6 in SL) e… basta?
Basta, eccome! Ormai ha deciso, sì, Hirscher si ritira. Quindi, basta anche per lui che ha sempre ammesso di non sopportare le sconfitte. Per lui che verrà ricordato come un vincente seriale anche se il suo ultimo mese di gare ha fatto segnare uno zero alla casella vittorie. Oltre a questo ben quattro risultati oltre il quinto posto, rarità nel suo palmares.
L’ultima vittoria in Coppa è stata quella nello slalom di Schladming il 29 gennaio. L’ultima in assoluto risale al 17 febbraio 2019, slalom mondiale di Åre affrontato dopo la bruciante sconfitta in gigante subita dal rivale degli ultimi anni Henrik Kristoffersen, e dopo un’influenza debilitante. Da allora due secondi e un terzo posto in sette gare disputate con un serbatoio sempre più in riserva di energie, fisiche e mentali.
A marzo, a Soldeu dopo il 14° posto in slalom, offensivo per il suo curriculum, più che onorevole per come è stato conquistato (serie di errori incredibili, ma non ha mollato), Hirscher aveva chiesto un paio di mesi per far sapere qualcosa sul suo futuro. Ne sono passati quasi sei, evidentemente la decisione è stata davvero difficile da prendere.
Cerchiamo di capire perché Marcel Hirscher si ritira. Prima di tutto una domanda: è il più grande di sempre? I numeri dicono di sì da un lato (8 grandi Sfere di Cristallo consecutive) e no da un altro, visto che il record di vittorie in Coppa di Stenmark è lontano 19 gare. Rispetto allo svedese Hirscher si è però cimentato con successo anche in velocità. Ricordiamo, infatti un superG vinto a Beaver Creek e sempre ottimi risultati in combinata. L’austriaco ha inoltre gareggiato in un’era in cui solo il talento non bastava per stare davanti. Se Stenmark poteva permettersi di vincere sbagliando, a volte anche cadendo, per Hirscher, salvo qualche eccezione, ciò è stato molto più difficile.
Il gioco di paragonare un’epoca all’altra lascia sempre un po’ perplessi, non facciamo dunque classifiche. Possiamo però almeno dire che, come sempre, quando un grandissimo lascia, ci sentiamo molto tristi. Di sicuro la Coppa del Mondo perderà un personaggio anzi, “IL personaggio”. Hirscher ha deciso di ritirarsi, per cui da Sölden in poi in ogni gara di slalom e gigante ci sarà un posto in più disponibile sul podio, quello che regolarmente Hirscher ha occupato negli ultimi otto inverni. Avanti il prossimo dunque…
Ora rimane da capire di che cosa si occuperà. Due i rumors: qualche gara in sella alla sua KTM e la regia di un team (sponsorizzato Redbul) di giovani atleti austriaci da formare e lanciare in Coppa e alle Olimpiadi. Si vedrà…