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Manu Moelgg non sarà a Soelden

A Torino, in occasione delle due giornate di "Fisi in Tour", evento nato per promuovere lo sci in città (è stato un discreto successo, il presidente Roda si è detto molto soddisfatto) con la presentazione delle squadre nazionali di tutte le discipline invernali e la consegna delle nuove auto da parte dello sponsor Audi, abbiamo incontrato una Manuela Moelgg piuttosto giù di morale. "Non sarò a Soelden, ho deciso proprio in questi ultimi giorni, dopo il mal di schiena che per tutta l’estate mi ha impedito di allenarmi come volevo sia sugli sci che a secco, ora sono sotto antibiotici per una brutta infezione alla gola e quindi non riesco ad andare a Tignes per l’ultimo raduno prima del viaggio in Austria. Inutile insistere, in gigante fra l’altro faccio più fatica che in slalom per via del mal di schiena, il poco che riesco a fare preferisco farlo pensando allo slalom di Levi, mi concentrerò su quello sperando di arrivarci in buone condizioni". Pallida, smagrita ("ma no, sono sempre uguale"), Manu sta davvero passando un momento difficile. Per la prima volta l’abbiamo vista e sentita rassegnata, poco combattiva: "E’ davvero dura non vedere l’uscita di questo tunnel e stare sempre male, non riuscire ad allenarsi, doversi fermare senza capire perché e non trovare soluzioni per guarire". Così, mentre le compagne di squadra sono partite verso la Francia, lei è rientrata a casa con il compagno Werner Heel, motivato a tenerla su di morale. "Non è facile, sta sempre male e non riesce a fare quello che ama di più, allenarsi per andare forte alle gare. Fra noi per fortuna va tutto bene e anche io sto bene, al contrario di Manu sono ottimista e fiducioso per la stagione alle porte". Il cambiamento di materiale (Werner è passato ad Atomic con lo stesso skiman di Peter Fill, Ernst Habersatter) gli ha portato grande giovamento e gli allenamenti estivi sono stati molto proficui. "Ho messo su 10 chili variando la preparazione atletica con più palestra e meno bici, vedremo in gara poi se i risultati saranno migliori che nelle ultime due stagioni, l’esperienza non mi manca e credo che i momenti difficili mi abbiano aiutato a crescere".

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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