Ecco il pensiero delle 4 azzurre dopo il superG. Apre naturalmente Sofia Goggia
Sofia Goggia: sono molto contenta di questa medaglia, ma ero già molto contenta di essere qua ai Mondiali, perché un mese fa mettevo gli sci ai Piani di Bobbio e ogni vibrazione era un dolorino. E se mi avessero chiesto ‘Sofia, ce la fai?”, avrei detto sì, un po’ mentendo. Invece eccomi qui, con questo argento al collo. Tra l’altro sono contentissima, perché a St. Moritz ho conquistato la medaglia in gigante, l’anno scorso all’Olimpiade in discesa e ora in superG, quindi sono tre discipline diverse e per me è una grandissima soddisfazione. Ora vediamo di costruire una bella discesa”.
“Lunedì me l’ero già studiato tutto questo superG. Ho fatto una prima prova di discesa giusto per guardare un po’ come era la neve, ma molto con calma, senza spingere, ma chiaramente la testa era già proiettata sul superG. Poi gli allenatori hanno fatto la ricognizione con il video, alle 15 ce l’hanno mandata e da lì è partita la ‘rumba’. L’ho fatto tantissime volte nella mia testa. Anche sul tapis-roulant nei primi dieci minuti di corsettina a otto chilometri orari, avevo il telefono con il video della ricognizione velocizzata che continuava a partire”.
“Stamattina ero tranquilla, quando ho visto che si alzava il vento, ho detto ‘Abbasseranno la partenza’. Avendo il pettorale numero 3, tra l’altro, avevamo progettato di avere lì un telefonino per vedere la numero 1, perché la tv era troppo indietro e non avrei avuto i minuti necessari per mettere gli sci, sarei arrivata con il fiatone prima della gara e non mi sembrava il caso. Sono stata molto concentrata, anche la mattina con i primi esercizi e le respirazioni. Come si dice: stare dentro sé stessi al momento”.
“Ho avuto troppo rispetto nella parte alta, ma c’è da dire che c’era vento e magari non è stato così per tutte. Sono partita un pochino in sordina, infatti quando sono arrivata giù in fondo, ho detto: ‘Mmm, troppo margine, soprattutto nella prima parte’. Poi secondo me da quella lunga, dov’è caduta la Vonn, ho sciato forte, anche se due curvette in fondo avrei potuto tenderle di più. Ma da metà in giù ho dato tutto, è stata una gioia immensa essere su questa pista. Mi sono sentita volare in quelle singole, mi sono divertita e mi sono detta ‘Che gioia, sono ai Mondiali e sto sciando’. Sono troppo felice. Lo scarpone slacciato? Quando vai a cento all’ora, non te ne accorgi”.
L’ATTESA – “Dopo è stata una sofferenza, già subito con la Suter, che è fortissima ma non è una sciatrice rinomata per una tecnica eccellente ed era a 3 centesimi. Poi tutte mi erano davanti sopra (al primo intermedio, n.d.r.), è stata bella sofferta. Non pensavo bastasse per la medaglia. Quando ho visto che iniziavano ad arrivare indietro, che qualcuna sbagliava, allora ho detto ‘Magari…”. Poi è arrivata la Shiffrin e… bam. Ma sapevo che lei era una delle clienti più pericolose”.
LA CHIAVE – “Il segreto è il buon vivere, solo che noi umani siamo troppo voraci, quindi scappiamo via con la testa e non sappiamo goderci le cose senza non farne un’altra in contemporanea. Il Forellenquintett (Schubert, regalo del padre, n.d.r.) nel casco? L’ho lasciato fino a ieri, ricordatevi che quando vado forte ho sempre il latinoamericano…”
da fisi.org
Nadia Fanchini: Le gare sono così, ci ho provato, ho dato il cuore, non avevo quella sicurezza di chi ha già fatto podio in stagione, poi ok, 14/100 è niente, c’è rammarico, ma so di essere stata brava. La neve è lenta, ti inganna, ho perso tanto in partenza e poi sono stata troppo precisa in certe porte. 14 anni dopo il quarto posto al Mondiale del 2005 sono orgogliosa di essere ancora qua, ne ho passate tante, ma poter lottare per il podio per me vale come una vittoria.
Francesca Marsaglia: Me la sono goduta, sono felicissima di essere qua, non dimentico dov’ero un anno fa e volevo dare tutto. Se guardo i centesimi sono meno contenta, anche se so che la strada è quella giusta e quindi va bene così, ci ho provato, ci sono andata vicina e questo mi rende felice. Volevo mostrare il mio sci e l’ho fatto.
Federica Brignone: Ce l’ho messa tutta e sono contenta del mio atteggiamento, avrei dovuto affrontare tutti i superG della stagione come quello di oggi. Certo, la sosta per la caduta di Vonn non è stata il massimo, non capivo quando avrei dovuto ripartire, continuavano a cambiare idea, 2 minuti, no 4, ci sarà un’apripista, anzi no… faceva un freddo cane e non potevo rivestirmi. Ho cambiato maschera tre volte! Scendendo poi cercavo di dirmi vai a tutta, fa niente se non vedi, ma in effetti in velocità la luce piatta non aiuta, subisci il terreno anziché aggredirlo e in fondo ho sbagliato il tempismo sul salto. Rivedere le immagini delle prime scese con il sole fa un po’ arrabbiare ma… è così.
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