L’insolita storia di Beatrice Mazzoleni, due gare da urlo, nel bene e nel male: Cosa significa? Ai campionati regionali Children del Comitato Alpi Occidentali in corso di svolgimento a Bardonecchia si è verificato un episodio decisamente anomalo nel corso dello slalom di giovedì scorso. Beatrice Mazzoleni, atleta del Equipe Pragelato, categoria Allievi, aveva chiuso la prima manche con un vantaggio abnorme: 4 secondi e tre decimi sulla seconda classificata. Nelle fasce giovanili distacchi importanti non sono anomali, ma di certo non di queste dimensioni.
Si è trattato di un tracciato reso complicato non per la difficoltà del disegno o per le parti di ripido, ma proprio il contrario: bisognava essere abili a fare velocità dove non c’era! Beatrice lo aveva capito benissimo e un po’ per le sue qualità tecniche, un po’ per essere riuscita a non interrompere l’azione con grande fluidità, ha compiuto questa piccola impresa. La seconda manche si prospettava una pura formalità. Dunque, gara vinta a mani basse? Macché, una dannata inforcata l’ha mandata dritta, dritta nell’elenco delle squalificate.
Bea si è tolta i guanti e ha iniziato a mangiarsi prima le unghie, poi le dita, i polsi, i gomiti! Non potrà nemmeno battersi per il titolo italiano nella specialità dove eccelle (ne avrà la certezza il giorno dopo). E si sa che in questa fase i titoli sono importanti perché si inizia ad essere adocchiati dallo staff tecnico federale.
La prossima stagione entrerà nel mondo dei Giovani, quindi le medaglie sono utili per entrare nel gruppo delle Osservate, primo gradino prima di entrare in Squadra C.
Non è un passaggio obbligato per proseguire la carriera, ma solo il primo step per perseguire il Grande Sogno.
La domanda è: è più importante conquistare una medaglia ai regionali o dimostrare di avere un passo largamente più lungo, anche se non andato a buon fine nelle classifiche?
Perché chi ha la responsabilità di fare selezione non potrà che averle dinnanzi a sé, della serie carta canta, mentre gli episodi che raccontano le gare difficilmente hanno un peso.
In questi casi risulta fondamentale il rapporto tra che segue la base e il vertice federale. Se non funziona questo, tanti possibili talenti non avranno la possibilità di emergere.
Lo sviluppo a lungo termine prevede che tutti gli atleti siano messi sullo stesso piano per un determinato periodo, durante il quale ogni atleta scrive la propria storia. C’è chi emerge prima ma poi si spegne, chi all’inizio sembra destinato a smettere ma poi esplode in tutta la sua forza. Perché questo sistema funzioni è necessario porre un meccanismo scientifico estremamente accurato, distante dalle emozioni e dagli episodi.
Beatrice dovrebbe dimenticare in fretta quella sfortunata seconda manche e concentrarsi su ciò che la sua preparazione è in grado di esprimere. È da anni che si sveglia all’alba per divertirsi in un’attività sportiva, slalomeggiando con gli impegni scolastici e già questa è una gran bella vittoria personale. Può infilare di nuovo i guanti e attendere la prossima occasione. C’è da augurarsi e forse sperare che se il suo non è, come a volte capita, un falso talento, quel Grande Sogno potrà avverarsi.
Però dovrà sudarsela più di quanto pensasse. Perché nel gigante di ieri, dopo aver chiuso anche in questo caso la prima manche con un secondo e mezzo di vantaggio sulla seconda, è nuovamente uscita nella run decisiva. Questa volta però non senza pagare dazio con la fortuna. Il ginocchio si è girato ed anche se il crociato non si è spezzato, due mesi di totale riposo saranno necessari per rimettersi dalla lesione. Non è l’unica ad essere uscita tra le favorite e qualcosa dev’essere andato storto. Poi, come in ogni gara, c’è un podio e chi riesce a salirci sopra se l’è meritato per bravura tecnica, tenacia e testa! Così va lo sci!
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