L’americano Ryan Cochran-Siegle vince il superG di Bormio. Anzi no, lo stravince. Una superiorità impressionante e questa vittoria non è casuale. Secondo sulla Saslong, serviva una conferma per capire se fosse davvero cresciuto. Vincere in questo modo su una pista del genere non lascia più alcun dubbio. Ryan è il nome nuovo (relativamente) della velocità maschile.
L’austriaco Vincet Kriechmayr dovrebbe gioire per la seconda posizione, ma i velocisti ragionano in un altro modo. Prendersi 79 centesimi è quasi un’umiliazione. In realtà il figlio di Barbara, fortissima slalomista degli Anni 70, ha costruito un capolavoro, frutto di una sensibilità tecnica difficile da trovare a simili velocità.
Un superG molto simile a una discesa, con la difficoltà di tenere le linee più chiuse, a oltre 120 km/h. Nessuno è riuscito come lui a trovare la quadra. Nemmeno il norvegese Adrian Smiseth Sejersted, bravissimo comunque a infilarsi al terzo posto davanti al suo capitano Aleksander Aamodt Kilde, quarto a +1″18.
Anche il leader della specialità Mauro Caviezel si è dovuto arrendere chiudendo al quinto posto con +1″36 di ritardo. Dunque in linea con i leader ma lontanissimo da Ryan.
Scorrendo la classifica ci sono poi tutti i migliori interpreti dove non ci sono Azzurri. Sesto Jansrud, settimo Odermatt, ottavo Mayer. Anonimo Beat Feuz che sembra essersi più che altro allenato per la discesa di domani (3 secondi di ritardo!)
Dominik Paris ancora non c’è. Troppo indeciso laddove si doveva spingere. Non è un’involuzione, ma solo questione di tempo. Dunque nessuna preoccupazione in corso. Non riesce a trovare la giusta fluidità. E ne ha bisogno per poter entrare nel suo modo di sciare che purtroppo si è fermato l’anno scorso poco prima di farsi male. Diciamo che è stato nettamente il migliore tra i rientranti da un infortunio serio, veri Theaux e Reichelt.
Lontanissimo anche Christof Innerhofer che pure ha avuto a disposizione il terreno che lui ama, ovvero il duro. In condizione di visibilità scarsa evidentemente non si è fidato a mettere in campo tutto il suo tasso tecnico. Altrimenti non si spiega il suo ritardo di +2″67, 3 centesimi più lento di Emanuele Buzzi.
Ryan Cochran-Siegle è il settimo figlio d’arte a vincere in Coppa del Mondo. Prima di lui, Federica Brignone, Felix Neureuther, Tina Weirather, Nina Ortlieb, Matthias Mayer e Josef Ferstl.
Chi ha tirato fuori le doti di Ryan? Si chiama Randy Pelkey, attuale allenatore ma anche coach di un gruppo di giovani che ha portato fino alla Coppa del Mondo. In realtà il 28enne americano aveva i numeri per emergere anche prima, ma gli infortuni lo hanno bloccato. Come la rottura del crociato anteriore e del collaterale del 2013.
Sarà il favorito anche per la discesa di domani? Beh, il superG di oggi molto gli assomigliava perché superare i 120 km/h in questa disciplina non capita sempre. Ryan è stato anche il migliore nelle prove. È il suo periodo! Se riuscirà ad affrontare la Carcentina come oggi, sarà durissima per tutti stargli davanti.
Nota di merito per lo staff che ha preparato una pista fantastica nonostante la neve caduta ieri. Una squadra di 200 persone guidate da Tino Pietrogiovanna e Omar Galli che come sempre ha lavorato senza badare alla fatica, ma solo con l’orgoglio di essere i migliori. Cochran-Siegle vince il superG di