Ma per uno che vince a Kitzbühel cosa vuoi che sia conquistare la Mens Olympic di Lake Louise? E’ una burla ovviamente, ma vien da dire così, perché Dominik Paris ha sciato in maniera simile a quel giorni magico che l’ha proiettato nell’Olimpo degli Dei Veloci. Per carità la pista non ha niente a che vedere con la Streif, ma l’atteggiamento tecnico-tattico assunto oggi, gli assomiglia tanto. Davvero sublime nella prima parte laddove i discesisti pià tecnici avrebbero dovuto fare la differenza, parliamo di Svindal, Innerhofer, Theaux, assolutamente magico nel difficile passaggio prima del muro interpretato con una sagacia assoluta, con l’intelligenza dei Grandi. E poi, lottando sui centesimi con l’austriaco Klaus Kroell, vecchio volpone degli schuss, ha fatto la differenza sui piani finali, facendo tesoro del suo peso massimo e sulla sua capacità di tenere lo sci piatto come pochi sanno fare. Eccola qui la vittoria di Dominik Paris. E partire in questo modo fa bene all’intero sistema agonistico italiano, decisamente demoralizzato dopo le prime due uscite di Soelden e di Levi. Ma la velocità ci appartiene perché al settimo posto troviamo Wernewr Heel, al 12esimo peter Fill e al 13esimo Christof Innerhofer, bravo nei tratti tecnici, troppo debole sul filante. Sul terzo gradino del podio è salito il francese Adrien Theaux, geniale in quel passaggio prima del muro. Pensava di avercela fatta avendo superato il traguardo con un vantaggio di quasi uns econdo sull’austriaco Streitberger. Sorriso grandissimo quando anche Svindal non era riuscito a stargli davanti per 12/100. Poi la prima frecciata impartita dall’austriaco Klaus Kroell, slittone nell’ultima parte, poi la stilettata di Paris, 3/100 pià veloce dell’austriaco. Ci ha provato anche Innerhofer ma non può competere su tratti pianeggianti così lunghi. Nei parziali ha tenuto testa a tutti nelle curve e nei passaggi più tecnici, poi però ha lasciato decimi pesanti sul filante. Meglio di lui ha fatto Peter Fill sceso per primo. Quel ragazzone non tramonta mai! Ora la parola al superG, la gara di Marsaglia. Sarà ancora quello dello scvorso anno?
Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).
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