Prima discesa, Lake Louise, prima quasi vittoria per Dominik Paris che ringhia per quei due centesimi – beffa che il tedesco Thomas Dressen gli rifila. Peccato, ma le gare son così, che ci vuoi fare. D’altra parte il tedesco ha disegnato una parte finale incredibile.
Domme sapeva che quello era un tratto chiave della pista ed anche lui lì aveva fatto la differenza sui due svizzeri che comandavano la classifica. Parliamo di Beat Feuz e Carlo Janka, terzi a pari merito a 24 centesimi da Domme, dunque a 26 da Dressen.
In realtà Thomas, che ricordiamo, torna dopo un infortunio grave, ha sciato benissimo dal primo all’ultimo metro. meglio di Domme che però, grazie alla sua intelligenza tecnico-tattica, e il peso maggiore, gli è stato davanti fino a pochi metri del traguardo. Poi 2 centesimi quanto sono… un niente.
Appunto, le gare son così, una volta va bene a te, altre volte agli altri. Chi se ne importa, l’importante è sapere che Dominik Paris è sempre al top e sarà difficile per tutti toglierlo dal podio in ogni discesa.
A Lake Louise hanno sciato bene anche gli svizzeri e oltre a Beat Feuz e a Carlo Janka, ci mettiamo anche Mauro Caviezel, quinto a 47/100 da Dressen. Janka forse è andato ancora meglio delle due prove che ha vinto a mani basse forse per entrare meglio in clima gara.
L’opposto aveva invece fatto Feuz che aveva preferito nascondersi. Domme ha sciato sulla linee dei due velocisti elvetici ma ha fatto la differenza sull’ultima curva, quella che immette sullo schuss finale. Ha tenuto una linea stretta, stretta, proprio al limite. Ma non è bastato accidenti!
Questo gli ha permesso di mantenere la massima velocità che poi è andata in progressione fino al traguardo.
Gli austriaci piangono ancora una volta. Dalle prove tecniche a quelle veloci la situazione non cambia. Ci sarà sicuramente aria di crisi in Federazione. Per loro è l’inizio di un dramma.
Matthias Mayer è stato il migliore dell’armata austriaca. Un quinto posto a 42/100 dalla vetta, che soddisferà lui ma non il suo presidente. Anche perché Vincent Kriechmayr ha deluso e non se lo aspettava nessuno.
Un settimo posto che non è da buttare ma 66/100 su una pista tutto sommato facile, sono troppi. E poi ci sono quelle tre bandierine elvetiche davanti a dare un certo fastidio.
L’anno scorso si era imposto Max Franz e lui sperava nel bis. Niente da fare fin dal primo intermedio. Inferno, come Hannes Reichelt. Anche Otmar Striedinger, ottimo in prova, non è andato per niente bene con un ritardo di quasi due secondi
Il norvegese Kjetil Jansrud ha resistito con la coppia di testa fino a metà pista, poi non è stato il fenomeno che conosciamo. Forse riuscirà ad esprimersi domani in superG.
Il podio ha dovuto rimanere in attesa del numero 31 prima di festeggiare. Quello dell’americano Ryan Cochran-Siegle, sempre in palla nelle due prove cronometrate. E poi ancora un bel po’ di apprensione per il numero 62. Quel Marco Odermatt, che anche se è appena nato sugli schuss di Coppa è potenzialmente in grado di vincere!
Possiamo dare la sufficienza a Emanuele Buzzi che ha ceduto qualcosa di troppo solo nel finale. Ma rientrare in gara (dopo l’infortunio di Wengen) con una posizione nei primi venti non è male. 1″63 il suo ritardo.
Mattia Casse, che è più potente di Buzzi, non ha sfruttato le sue doti nella parte iniziale. Poi è andato dritto senza direzione nell’unico punto un po’ difficile da interpretare ed è saltato. Per fortuna senza conseguenze.
Non c’è da meravigliarsi se Peter Fill è finito così indietro. Non è ancora entrato in forma e poi è intervenuto un mal di schiena negli ultimi giorni che non gli ha permesso di esprimersi. Non ha commesso alcun errore, ma ha corso palesemente in difesa.