Aspettiamo le prossime gare dopo l’anticipo di stagione dello Stelvio, al quale, visto l’ambiente in qui si svolge, credo che bisognerà trovare un riconoscimento particolare. È questo il periodo nel quale, come al solito, vi propino dati e speculazioni. Qualche premessa è però d’obbligo. La prima considerazione è quella di chiedersi cosa si vuole ottenere da un determinato regolamento o direttiva tecnica. Diversa sarà la politica se si vuole favorire la partecipazione di massa oppure l’adesione di quegli atleti che possibilità, amore per l’agonismo e doti superiori, hanno portato all’eccellenza. È auspicabile che i dirigenti preposti dalla Federazione tengano conto di tutti gli aspetti dello sci agonistico Master. Nella tabella delle «presenze lista punti FISI» si evidenzia il calo degli ultimi quattro anni.
Credo sia inevitabile cercare di correre ai ripari studiando qualche rimedio. Non ho la ricetta miracolosa, ma qualche suggerimento e un invito a tutti i Master a fare altrettanto. A questo proposito ritengo opportuno tenere in considerazione i suggerimenti che arrivano dagli atleti più forti stando attenti, comunque, che non siano preposti gli interessi strettamente personali. A quanto sopra mi permetto di aggiungere che i peggiori dirigenti sono quelli «interessati». Mi sia permesso di riportare un «regolamento» che Edoardo Manzoni, mio amico e Master della prima ora, amava citare. L’allora responsabile «Nazionale» aveva un avversario coetaneo che non riusciva a battere. La differenza fra loro era il mese di nascita: ecco spuntare un regolamento che divise le fasce d’età, non più in base all’anno solare ma dalla fine del mese di febbraio, immaginato come metà stagione agonistica. In questo modo il primo, nato a gennaio non era in classifica con il secondo, nato dopo febbraio. Non si pensi che per questo l’autore di tale furbata sia stato allontanato dal proprio incarico.
Dopo quest’esempio torniamo alla realtà attuale. Il calo di partecipazione è evidente, ne siamo tutti consapevoli, è doveroso interrogarsi sul da farsi. Nello scorso numero ho analizzato la Coppa Italia, in questo la partecipazione di massa e in un prossimo numero gli interessi degli atleti più forti. Quali sono i motivi che ci spingono alla competizione? Ci può essere il desiderio di cimentarsi con se stessi, quello di passare una giornata diversa, l’amore per l’ambiente e il contesto nel quale si svolgono le gare, anche il piacere di incontrare gli «avversari» con i quali, nel tempo, si sono stabiliti rapporti di amicizia! Sono tutti elementi che concorrono alla partecipazione, ma Il maggior stimolo è la possibilità di vittoria o la vicinanza al podio. Non tutti possono vincere, ma se a farlo sono sempre gli stessi l’abbandono è inevitabile. Che cosa è cambiato negli ultimi tempi? Potranno anche esserci altri particolari ma, a mio giudizio, la cosa più evidente è stata l’apertura delle gare regionali e provinciali ad atleti con punteggi sempre più bassi. Ricordo perfettamente le lamentele che ricevevo da parte di atleti veneti ai quali, per il loro basso punteggio, non era permesso di partecipare a provinciali e regionali. Credo sia da preferire «in questo tipo di gara», uno forte in meno che allontanare qualche decina di concorrenti.
Anche all’interno del mio club ci sono stati atleti che partivano dalla Liguria o dal Piemonte per partecipare a gare Regionali che li vedevano vicino al podio. Perché non ipotizzare gare alle quali possano partecipare solo atleti oltre i cento punti FISI o giù di lì? Le Regioni a forte vocazione Master perché non provano a ridisegnare la tabella di partecipazione partendo dall’esame dei punti FISI dei propri atleti? Una medaglia e una citazione costano poco ma il piacere che procura è molto. Quando ciò non è possibile perché non inserire un riconoscimento per il primo degli atleti oltre i 100,00 punti e per quello oltre i 200,00 presenti in classifica generale? Apparentemente sono piccole cose ma sono questi particolari che hanno fatto crescere i Master. A tutto questo aggiungo l’invito ai nostri dirigenti a studiare il problema del nostro calo. Non è da banalizzare attribuendolo «alla crisi» ma, visto che esistono, esaminando le realtà vincenti. Nella seconda tabella ho diviso gli atleti di ogni Comitato Regionale in funzione dei loro punti FISI, questo per dare l’idea del valore e del numero dei potenziali partecipanti.
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