Sembrava impossibile ma era così: sul gradino più alto della discesa ai Campionati Giovani c’era una sorridente pulce atomica di 17 anni alta un metro e sessanta; accanto a lei, sul gradino più basso del terzo posto, una longilinea ventenne valdostana con il suo metro e ottantadue in pratica la pareggiava in altezza. In pratica Karoline Pichler era la metà di Michela Borgis ma era lei, la pulce atomica, ad aver vinto la discesa di Courmayeur concludendo in testa non solo la classifica della propria categoria anagrafica (Aspiranti) ma facendo bingo anche nell’intera categoria Giovani, battendo quindi ragazze con più anni di lei e il doppio di lei, come la seconda (Martina Candiago) e la terza (la suddetta Michela Borgis). Stupore e ammirazione ma non sorpresa. Già dalla prima stagione Aspiranti Karoline Pichler aveva dimostrato di essere sugli sci un fenomeno di sensibilità e intelligenza al servizio di una straordinaria vivacità. L’inverno scorso quel risultato, abbastanza clamoroso nella specialità che più ama a dispetto delle apparenze fisiche, si è inserito in una stagione dove Karoline ha brillato nel circuito istituzionale (seconda dietro la Borgis) e ha concluso agli Italiani, dopo l’oro in discesa, con il secondo posto in gigante e la delusione della supercombinata («Sono uscita proprio in super G, tra le prime porte»). Automatica, comunque, la sua convocazione in Nazionale. Nata il 30 ottobre 1994, residente a Monte San Pietro («700 abitanti, frazione di Nova Ponente, in Val d’Ega») Karoline è alta un soldo di cacio (1 e 60) e pesante una piuma (50 kg,) che però diceva l’anno scorso dopo il 3° posto in gigante agli Italiani nel primo anno Aspiranti: «Mi piace la velocità, mi piacciono di più il superG e la discesa, in slalom il problema è che esco quasi sempre. E Lindsey Vonn è un mito». Abbiamo capito, ma l’americana domina la velocità anche perché è una gigantessa di un metro e ottanta per oltre 70 chili, avevamo detto. E tu che sei mignon come puoi pensare di emergere dove contano molto anche i chili? Per rispondere alla domanda, a parte le sue considerazioni personali («Sono ambiziosa, ho voglia di andare avanti, senza trascurare la scuola che frequento a Malles»), era stato utile parlare con la sorella maggiore che si può anche considerare la sua seconda madre visto che ha 18 anni più di lei. Katja Pichler ha 35 anni, è sposata con un architetto svizzero, è madre di un bambino a nome Dario che ha due anni e mezzo e ha reso Karoline una giovanissima zia, insegna matematica a Malles e diceva: «Karoline è una ragazza vivacissima, scatenata, non si riesce a tenerla ferma un momento. L’ho messa io sugli sci a tre anni sullo skiliftino di Monte San Pietro e il suo talento si è rivelato presto, molto di più che in me e in nostro fratello Lukas, che ha 25 anni e ha fatto gare solo fino a 15 anni per poi smettere e cominciare a lavorare. Karoline gioca benissimo anche a calcio nel ruolo di attaccante, fino ai 13 anni gareggiava insieme ai maschi poi le abbiamo consigliato di stare attenta agli infortuni e adesso continua ma solo con le ragazze. E poi va in bici, si allena sempre, ripeto: non è capace di star ferma un momento». Tra Katja e la sua sorellina 18 anni e un bel pezzo di vita per i loro genitori, il signor Karl, 53 anni, idraulico dipendente del comune di Nova Ponente, e la signora Luzia, 55 anni, cuoca nell’asilo di Monte San Pietro. «Nostro padre scia abbastanza bene ma non ha un passato agonistico – racconta la «seconda mamma» – Io ho fatto solo qualche garetta a livello di club. Karoline invece è molto brava e impegnata; nella nostra zona è sempre stata la più piccola ma anche la più veloce. È cresciuta tecnicamente nello sci club del nostro paese con Hugo Palma. Sciare e gareggiare le piace moltissimo. Sarà interessante anche per noi vedere che cosa riesce a combinare». L’abbiamo visto. E questo è solo l’inizio.
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