Gare

Incantevole Kristoffersen!

Non è mai riuscito in tutta la stagione, poi arriva ai Mondiali e se lo mette dietro. La felicità di Henrik Kristoffersen non si può nemmeno descrivere. Forse l’oro (la sua prima medaglia conquistata a un Mondiale) passa quasi in secondo piano rispetto alla soddisfazione di avere battuto Marcel Hirscher (per la cronaca di 2 decimi). Che non ha una bella faccia. Non sopporta perdere, soprattutto in questo modo, ma il verdetto è giusto: Henrik ha sciato meglio di lui. E meglio di Alexis Pinturault che non ha potuto fare meglio del norvegese autore di una manche da vero numero uno. La differenza si è costruita nel tratto centrale dove solo Henrik è riuscito a spingere al limite della possibilità umana. Alexis invece è stato più conservativo. Ma in questi casi, la medaglia non ti aspetta mai al traguardo, se la vuoi prendere devi dare davvero il massimo e in questa seconda, ne Hirscher ne Pintu ci sono riusciti, pur sciando, intendiamoci, sempre alla grande. Di fatto sul podio di Åre ci sono i migliori tre gigantisti di quest’epoca.
Non crediamo che Hirscher sia “solo” d’argento, sua decima medaglia iridata, per colpa del mal di gola. In questa seconda manche Kristoffersen è stato meraviglioso, mentre Marcel qualche sbavatura gliel’abbiamo vista fare.

Loic Meillard ha saputo sciare come a inizio di stagione quando sembrava volesse impadronirsi di tutte le gare. Poi una specia di blackout, ma qui, ad Åre ha dimostrato che il temperamento non è perduto e tanto meno il talento. Un quarto posto di valore anche se Thomas Fanara, quarta a metà gara, gli ha regalato una posizione dal momento che nel tentativo forse di tirare oltre misura è uscito dal percorso.  Zan Kranjec, dal canto suo si mangerà un po’ le dita per quella strana e incomprensibile sua prima manche. Nella seconda è stato abbastanza bravo ed ha chiuso con lo stesso identico tempo di Schwarz, perdendo dall’austriaco 8 decimi, di cui la metà in fondo. La splendida seconda manche, con un’ultima parte fenomenale, condotta dall’austriaco Marco Schwarz gli ha consentito di risalire nella top ten. L’impressione per non dire la conferma è che tolto Hirscher è lui il numero uno della squadra nelle discipline tecniche. Purtroppo il ritardo di 1″71 accumulato nella prima manche non gli ha consentito di sorridere di più, ma d’altra parte col pettorale numero 16 era davvero difficile ottenere un tempo più basso. Era sedicesimo ha concluso al quinto posto, suo migliore risultato di sempre tra le porte larghe.
In gigante potenzialmente sarebbe più forte Stefan Brennsteiner ma più volte ha dimostrato di essere atleta da monomanche. Comunque ha fatto un’ottima gara mondiale, finendo appena dietro a Marco, partendo con il 30 dopo aver chiuso la prima in dodicesima posizione.
Ci piace segnalare la buona seconda prova di Ted Ligety, che ha chiuso il suo probabile ultimo Mondiale con un buon tempo di manche. E si è rivelato ancora una volta il migliore statunitense classificato. Da un “vecchietto” a un giovane, plauso anche a Marco Odermatt, il giovane atleta elvetico che non ha sciato, in realtà, bene nella seconda come aveva fatto nel primo round, ma ricordiamoci che è ancora un bambino! E un bravo va anche al tedesco Alexander Schmid, 24 anni, perché concludere nei dieci a un Mondiale è una gran bella soddisfazione.

Davvero notevole la seconda manche del canadese Trevor Philp che sceso in virtù della 24esima posizione ottenuta nella prima manche si è impossessato della poltrona del leader fino alla discesa di Muffat-Jeandet che aveva su di lui un vantaggio superiore al secondo. E’ riuscito a spingere in ogni porta e gli è andato tutto bene. Una manche, come dire,  mondiale! Da parte sua il francese è stato molto bravo, come un paio di anni fa, quando riusciva a imporsi maggiormente tra le porte larghe.

GLI AZZURRI
Sapevamo in partenza di avere poche chance di medaglia ma è andata peggio rispetto a ogni previsione. L’unica consolazione è che non tutto è da attribuire alla gara in sé.
Positiva la partecipazione di Simon Maurberger perché ha potuto assaporare l’emozione di scendere nella seconda manche per terzo, quindi ottenere un punto di riferimento confronto ai top della specialità partiti vicino alla “sua” zona abituale di quest’anno. Ha sciato abbastanza bene, forse con un’azione eccessivamente prudente. Al Mondiale bisognerebbe tentare il tutto per tutto, ma non è per nulla facile. Comunque sia, è stato per lui un primo Mondiale che ricorderà per molto tempo, in virtù di quella splendida medaglia di bronzo conquistata nel team event. Comunque sia ha recuperato qualche posizione e dalla 28esima piazza ha concluso il gigante mondiale in 23esima. Peccato perché se fosse entrato nei top 15 avrebbe fatto tesoro del punteggio Fis relativo alla gara.
Luca De Aliprandini invece, era partito alla grande, ma poi ha infilato lo sci interno dentro a un segno e si è sdraiato sulla neve rialzandosi proprio all’ultimo. Ma quando questo accade sul piano sei fregato. Una 20esima posizione che non corrisponde al suo potenziale, anche se la partita era forse già finita per lui ancor prima di cominciare per via di una forte in fluenza che lo ha colpito a tre giorni dalla gara.
Manfred Moelgg, molto indietro a metà gara, ha preferito tornare in albergo per riposare e rimettersi meglio dal gran febbrone dei giorni scorsi e provare a recuperare le forze per lo slalom di domenica. Riccardo Tonetti invece era uscito a metà della prima manche.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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