Il sogno di una vita per Luca De Aliprandini si infrange a 30 secondi dal traguardo, out, vince invece Kranjec. Poteva vincere chiunque, l’ha spuntata lo sloveno, autore di una pennellata d’autore in una delle più terribili versioni della Chuenisbärgli. A noi rimane soltanto la gioia di una prima manche indimenticabile con Luca De Aliprandini e Giovanni Borsotti ai primi due posti. Non è finita come speravamo, ma non ci si inventa squadra leader dall’oggi al domani. Luca è uscito quando stava per accarezzare il sogno di una vita. Ma probabilmente l’errore che l’ha disarcionato a 30 secondi dal traguardo è stato frutto più della foga agonistica che della tecnica. Un’inclinazione di quelle che non puoi tirarti più su.
Servirà a qualcosa sapere che per 3/4 di gara è stato il migliore di tutti?
Il secondo posto è di un incredulo Filip Zubcic, croato, figlio tecnico di Ivica Kostelic, al suo rimo podio in Coppa. E al terzo l’ultimo francese che ti aspetti, Victor Muffat-Jeandet. Onori allo sloveno che quando scia in questo modo è davvero uno spettacolo per gli occhi vederlo in azione. Con lo stesso tempo, sul terzo gradino ci sale anche Henrik Kristoffersen in uno dei suoi soliti recuperi che avrebbe avuto un esito ancora più felice se non ci fosse stato un errore sul muro finale.
Ci si aspettava che i gigantisti più esperti potessero avere un vantaggio su una pista che se non la conosci non ti perdona. Invece non è stato propriamente così. Henrik Kristoffersen ha ceduto nella parte conclusiva, Alexis Pinturault ha fatto ancora peggio, così come Matthieu Faivre e Ted Ligety non ha saputo fare la differenza.
Certo è che comunque, Henrik torna a casa con un quarto posto che non è certo da buttare. Ma in casa Norvegia non è lui ad essere il più felice. Perché più di lui ha impressionato Aleksander Aamodt Kilde che dopo la sua prestazione di oggi vede schizzare al rialzo le sue quotazioni per la vittoria della Coppa.
Ha commesso un errore di linea sul muro, altrimenti avrebbe concluso mezzo secondo prima e allora… Kilde non è più un velocista che ci prova in gigante. È un poli specialista e corre il rischio di diventare un vero fenomeno. Il suo quinto posto qui non lo aveva pronosticato probabilmente nemmeno lui!
Una gara davvero incredibile per come si era messa la prima manche con 30 atleti racchiusi in meno di un secondo e mezzo. Merito di chi ha preparato la pista: nessuna differenza tra il primo atleta partito e l’ultimo. Nella seconda la situazione è invece un po’ cambiata anche per la temperatura lievitata ulteriormente, il che ha ammorbidito il terreno.
Rispetto alla prima manche, il muro finale ha pesato di più e creato maggiori differenze tra gli atleti. Ad esempio Muffat-Jeandet ha guadagnato, Alexis Pinturault ha invece pagato. Per Victor qualcosa si poteva presumere, perché lui è un atleta che inizia a carburare a gennaio. Ed eccolo, disegnare una seconda manche da manuale che gli ha fatto recuperare ben 12 posizioni.
Nell’inferno della Chuenisbärgli si è bruciato Riccardo Tonetti, splendido nella prima, sedicesimo, ma meno efficace nella seconda, specie nella seconda parte dove ha beccato un ritardo molto elevato. Ma apprezzabile comunque la sua gara rispetto a quelle precedenti.
Tiepidi sorrisi in casa Austria che registrano una bella prestazione di Roland Leitinger, sesto. 27esimo a metà gara ha cambiato marcia nella seconda, recuperando la bellezza di 16 posizioni col miglior tempo di manche.
Purtroppo c’è il sospetto che Manfred Moelgg si sia fatto male. Ha preso male una porta in contro pendenza ma ha preferito rimanere in piedi. E nello sforzo probabilmente qualcosa dev’essere successo. Accompagnato a bordo pista era visibilmente in difficoltà a rimanere in piedi. Attendiamo il responso dopo i primi controlli.