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Il punto di Gianluca Rulfi, direttore tecnico delle squadre femminili

Gianluca Rulfi, direttore tecnico dello sci alpino femminile, è appena tornato dalla lunga trasferta di Ushuaia, la nota cittadina argentina alla fine del mondo, che ha accolto le nostre squadre tra agosto e settembre. Gli abbiamo chiesto conto.

«È andata molto bene! Bella neve, tanta, belle piste, un lavoro molto proficuo per tutti. A Ushuaia ha nevicato nei momenti giusti e siamo riusciti ad allenarci con continuità, su terreni compatti e duri. La stazione, che ha un’organizzazione tipicamente europea, ha un “cuore” altamente tecnologico con sistema di innevamento d’ultima generazione, anche se gli impianti sono di fatto quelli dismessi delle stazioni europee.

Ottimi anche in tracciati: piste chiuse per le squadre, possibilità di bagnare quando serve. Motivo per cui sono arrivati qui bene o male atleti di tutte le nazioni. Anche di Austria e Svizzera che generalmente se ne stavano più alla larga. Solo America e Canada hanno scelto il Cile, perché non essendoci fuso orario hanno potuto organizzarsi con più di una sessione d’allenamento, potendo scegliere i periodi di training in maniera più comoda». 

 Tutto bene, ovviamente a parte l’infortunio di Nicol Delago. A quanto pare il problema non è soltanto quello puramente fisico o mentale, ma anche di dinamica di allenamenti. 

Nicol nel giorno dell’operazione alla clavicola . La gardenese è però già tornata in pista in questi giorni sulle nevi della Val Senales

«Se prima le nazionali si organizzavano con programmi intervallati e continuativi – dice Rulfi – tra primavera, estate e autunno, oggi la situazione dei ghiacciai ti incanala verso un’unica direzione, ovvero sfruttare unicamente più che puoi le opportunità dell’Emisfero Sud. Significa sciare un po’ in primavera, lasciare perdere l’estate e andare a settembre in Argentina e Cile. Chiaro che se ti salta questo appuntamento, vedi Sofia Goggia e Nadia Delago, ti perdi un bel pezzo di preparazione.

Di Sofia si poteva anche immaginare andasse a finire così, ma Nicol era sana come un pesce. Amen, che ci vuoi fare! Per fortuna stiamo parlando di un problema alla clavicola, risolvibile in tempi relativamente brevi. Un incidente stupido: un piccolo interno alla quinta porta di un gigante anche facile, la mano che appoggia sulla neve e pam! Ma il recupero sta andando bene. Ricomincerà a sciare a brevissimo, diciamo a metà ottobre. Più o meno come Sofia. D’altra parte, quando gli interventi prevedono l’inserimento di fissatori, infilare gli scarponi è quasi impossibile». 

Sofia dovrà accantonare il gigante?
In questa fase di gare non se ne parla, poi il gigante dovrà per forza farlo in allenamento perché è lo strumento tecnico migliore per alzare l’asticella nella velocità. La difficoltà è quella di riuscire a gradualizzare la difficoltà tecnica. Non basta abituarti ad andare a 100 all’ora. Nel caso di Sofia magari converrà scegliere pendii non troppo impegnativi e proseguire pian piano per gradi. Magari Stelvio piuttosto che Senales. Nei programmi c’è da andare a Copper Mountain dove potrà prendersela con tutta calma. 

L’hai sentita un po’ preoccupata o è la solita Sofia «iena», grintosa e decisa?
Sofia non è una iena. È assolutamente bipolare con i suoi alti e bassi. Alterna momenti di pura sfrontatezza a insicurezze. Ha dichiarato che quest’ultima botta le ha lasciato il segno dal punto di vista psicologico, che l’ha segnata più di altre volte, insomma. Mio parere? Può anche essere ma penso ormai di conoscerla molto bene. Una volta che entrerà nel ritmo, sugli sci sarà la solita Sofia. Se poi dovrà patire un po’ di ansia ciò non toglie che rimane la campionessa che è, per cui la cosa non mi preoccupa per niente. 

La felice coppia Elena Curtoni- Nicolò Robello, uniti in matrimonio nel 2021. A destra, Elena assieme a Nadia Delago

Elena Curtoni invece, ha recuperato bene?
Sta molto bene. Mentre in primavera era ancora un po’ a mezzo servizio, specie in gigante dove non sembrava ancora a suo agio nella performance, a Ushuaia l’ho vista presente, anche su pista barrata o bagnata. Lavoro che le permette di «infilare» gli sci lunghi e tornare a sciare alla Curtoni!

Hai visto qualcuna più avanti delle altre?
Ce n’è una più avanti, ma sono tanti anni che lo è: si chiama Federica Brignone! È un rullo compressore ed è lei che guida il gruppo! Sembra banale dirlo, ma sta facendo perfettamente quello che deve fare, considerando la sua esperienza. Fisicamente sta benissimo. Nel confronto con le dirette rivali attualmente sembrano su un altro piano sia Fede che Sara Hector. Per Sölden partiranno sicuramente col piede potente!

Marta Bassino non è sullo stesso piano?
Marta è in un periodo felice e positivo. Ha recuperato soprattutto a livello di tranquillità e sicurezza nei suoi mezzi con la totale fiducia nei materiali. Sta seguendo un percorso per allargare un po’ la sua base sfruttando l’esperienza. Come dicono tutti i grandi, è più facile vincere che riconfermarsi.

Anche quest’anno è stato modificato l’organigramma dei vari gruppi all’interno delle squadre: perché accade questo?
Si cambia perché sostanzialmente ogni anno si valuta il potenziale delle atlete che è sempre in evoluzione, in positivo e in negativo. Quest’anno abbiamo allargato la squadra gigante-slalom di Lorenzi. Alcune ragazze sono salite dalla Coppa Europa alla Coppa del Mondo anche per creare una certa omogeneità e una situazione più strutturata. Se intuisci che è giunto il momento per una ragazza di fare il fatidico salto di qualità ritengo opportuno inserirla nella squadra istituita per l’alto livello.

Ilaria Ghisalberti in palestra assieme a Giorgia Collomb

È il caso di Ilaria Ghisalberti, che ha conquistato il posto fisso vincendo la coppa di gigante in Coppa Europa, e di Giorgia Collomb che ha sfruttato molto bene le opportunità date nelle gare internazionali giovanili. Riteniamo che Giorgia abbia le qualità per giocarsela nel mondo dei grandi e non solo per partecipare come figurante. Seguendo queste logiche crei i gruppi, muovendo di conseguenza anche i tecnici tra A e B. Questa dinamicità vivrà anche nel corso della stagione secondo i risultati ottenuti e le esigenze di punteggio. Se un’atleta, per opportunità, è bene che vada in Coppa Europa, potrà essere seguita sempre dallo stesso staff tecnico. 

Parlando di giovani, c’è qualcuna che spicca più di altre?
Giorgia Collomb è l’atleta che fa pensare a un buon proseguimento di ciò che ha fatto vedere a livello giovanile. Poi c’è Ludovica Righi che aspettiamo con grande interesse. Si infortunò gravemente l’estate scorsa proprio a Ushuaia perdendo tutta la stagione. Anche lei, come Sofia, ha tolto il chiodo e ha ripreso da poco a sciare. Ha evitato di seguire la squadra in Argentina, ma siamo molto fiduciosi, in prospettiva, che torni presto a esprimersi sui livelli che aveva dimostrato prima dell’infortunio. 

Laura “LollI” Pirovano, Roberta Melesi, Elena Curtoni e Marta Bassino

C’è un’altra atleta da recuperare e non perché si è infortunata…
Ti riferisce a Nadia Delago vero? Negli allenamenti non è mai tutto chiaro. Posso dirti che nelle parti di scorrimento c’è, sul tecnico invece non sembra ancora essere così in fiducia. L’aspettiamo nelle discese dove conta di più la velocità pura. Come quella dei Mondiali di Saalbach. Alle finali abbiamo visto di quale tracciato si tratta, facile e di puro scorrimento, dunque non particolarmente adatto a Brignone e Bassino. Dovremo considerare molto questo aspetto in ottica medaglie.

A proposito di Mondiali, la preparazione è stata programmata soprattutto per questo appuntamento?
I grandi appuntamenti li prepari in maniera specifica avvicinandoti all’evento. Lo sci dipende dal ranking e dall’ordine di partenza, quindi non puoi fare a meno di basarti sull’andamento della Coppa del Mondo e la nostra preparazione si basa sempre su questo. Poi, nel corso della stagione, magari a gennaio, puoi affinare l’avvicinamento al grande avvenimento come i Mondiali. Puoi anche decidere, se necessario, di saltare qualche gara per preparare quella cui punti per vincere una medaglia, con sessioni di allenamento su piste simile a quella dove ti puoi giocare il titolo.

Lo slalom rimane la nostra nota dolente?
Come numeri assoluti decisamente sì. Posso dire di aver visto Martina Peterlini tornare sui livelli che aveva prima dell’infortunio.

È da prime dieci senza rubare niente a nessuno. L’unica che faceva un po’ la differenza negli angoli in alto era la Holdener, ma per il resto era perfettamente allineata con le migliori. Purtroppo, si è fatta male una delle nostre giovani migliori, Emilia Mondinelli: crociato in gigante ai Campionati Italiani Giovani: l’aspettiamo. Beatrice Sola è arrivata con ottimi presupposti ma sta facendo un po’ fatica a ingranare la marcia giusta. Marta Rossetti c’è, ma pecca di continuità.

La stagione scorsa, dopo il sesto posto conquistato a Killington è uscita per 5 gare di seguito. Bei parziali, belle prime manche, ma poi è subentrato sempre un problema di varia natura. Perché accade questo? Non c’è un motivo solo, è una catena: quando diversi errori tecnici ti buttano fuori non riesci a capacitarti e a trovare la soluzione. Il resto lo fa la mente che inizia a condizionare la performance. L’inforcata è spesso determinata dalla foga e da una mancanza di tranquillità mentale. Ci sta lavorando e non resta che attendere le prime gare per capire se è riuscita a trovare il giusto equilibrio. Insomma, le ragazze sono queste, non abbiamo fenomeni.

Che ne sarà di Anita Gulli?
Gulli è velocissima, però lo slalom è fatto di 60 porte e di due manche. I numeri li ha ma deve portarli al di là del traguardo. Per Anita, vale lo stesso discorso di altre ragazze che sono fuori squadra, come Lucrezia Lorenzi o Vera Tschurtschenthaler. La Coppa del Mondo è accessibile a chiunque dimostri di potersela giocare, quindi, anche se sei fuori squadra ma nelle gare Fis e Coppa Europa riesci a dimostrare il tuo valore, la convocazione arriva.

Ci sono poi altri meccanismi. Facciamo l’esempio delle prime due gare, Levi e Gurgl, programmate prime delle gare Fis dove chi è fuori non ha la possibilità di farsi vedere. Ebbene, la Nazionale non è una «casa» isolata. Se ci arrivano informazioni dal campo che una determinata atleta si è allenata bene e sta andando davvero forte, può ambire comunque alla Coppa del Mondo, sempre in base ai posti disponibili. Devo dire, che al momento, questo tipo di notizia non l’abbiamo ancora ricevuta. 

Lara Della Mea è in cross tra slalom e gigante?
Viene accostata allo slalom ma ha fatto assolutamente dei bei giganti in Europa. Anche a lei manca un po’ di continuità in entrambe le specialità. Cambia molto il suo livello prestazionale in base alle caratteristiche della pista.

Il problema lo abbiamo individuato e ci ha lavorato tanto: vedremo se anche lei riuscirà a superare quello step necessario per scrivere il suo nome nelle parti alte delle classifiche. 

Alti e bassi anche per Asja Zenere…
Asja è pimpante. Ha vinto un gigante della SAC, non così impegnativa, ma vincere fa sempre bene ed è comunque un segnale. Ad esempio, sappiamo bene che Asja paga spesso dazio sui tratti pianeggianti. Ebbene, a Cerro Castor li ha trovati, superandoli meglio di tante altre volte. Ha fatto vedere qualcosa di diverso insomma. Poi per sapere se questo significa aver raggiunto un livello di prestazione superiore bisogna attendere la Coppa del Mondo. Ora ha l’età e l’esperienza per cogliere le sue occasioni.

Asja Zenere sorride sul gradino più alto del podio del gigante SAC di Cerro Castor (2a il giorno dopo).

La squadra che debutterà a Sölden?
Brignone, Bassino, Zenere, Platino, Melesi, Collomb, Ghisalberti, Della Mea. Forse anche Ambra Pomaré, anche se non è una pista così ideale per lei.

Per le Giovani Federica Brignone riesce a essere un punto di riferimento?
In questo ruolo Fede è migliorata molto. A Ushuaia è stata proprio «un bel leader» sia in pista che fuori. Nei momenti di relax è un motore di iniziative tra corsi di ballo e quant’altro, tutto per tenere alto l’umore della squadra. Fede è molto da socialità, da gruppo, perché è la prima a volersi divertire, coinvolgendo tutte. Sta vivendo un momento della sua già lunga carriera, eccezionale. Si diverte sempre e questo sappiamo come sia un elemento per lei indispensabile.

Non si fa troppe menate su quando arriverà il giorno del ritiro. Lo ha ribadito più volte: decide stagione dopo stagione. Qualcuno sostiene che una campionessa come lei dovrebbe ritirarsi da vincente. A parer mio una campionessa come lei non corre il rischio di perdere da un giorno all’altroo, non può esserci un crollo. Sta bene fisicamente e va fortissimo. Che io sappia non ha nemmeno particolari condizionamenti di una vita futura programmata. Sai, molti atleti hanno già una strada segnata, un albergo o un’attività da portare avanti. Probabilmente quando deciderà di ritirarsi non la vedremo più. Sparirà con una tavola da surf sotto al braccio!

Stai già pensando al 2026…
Rispetto ad altre Olimpiadi, per Milano-Cortina il discorso è un po’ diverso, perché le piste le conosciamo già molto bene. Sai, ad esempio, che lo slalom femminile si disputerà a Cortina, nella parte bassa della pista dove si svolse la seconda manche della combinata dei Mondiali. Dunque, percorso piuttosto facile. Direi che vale lo stesso discorso affrontato per i Mondiali: programmazione e andamento della Coppa del Mondo.

Elisa Platino (instagram)

Le Olimpiadi per te sono un’occasione o una preoccupazione?
I Giochi li vedo sempre come belle occasioni. Chiaro, non dico che siamo obbligati a vincere, ma giocando in casa, saremo indubbiamente chiamati ancor di più a vincere medaglie. Ma questo è positivo, significa che possiamo giocarcela, pensa se non avessimo questa opportunità! Se poi riuscissimo ad avere quel pizzico di fortuna totalmente mancata ai Mondiali di Cortina 21 (piste condizionate dalla tanta neve caduta), la cosa non mi dispiacerebbe affatto!

Un’ultima curiosità. Che notizie ti arrivano dal settore giovanile di Deflorian?
Con Paolo, ci sentiamo non dico quotidianamente ma quasi. Sta portando avanti un ottimo lavoro. Poi se mi chiedi se abbiamo un potenziale fenomeno, ti dico no. Non abbiamo al momento una futura Shiffrin, ma nel panorama internazionale non ce l’ha nessuna squadra. Appuntamento sabato 26 ottobre a Sölden! Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi Il punto di Gianluca Rulfi

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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