La cosa più bella in questo momento? La pressione che se n’è andata, perché le ultime sono state giornate dure e devo solo dire grazie al mio team che ha fatto un super lavoro. Devo anche chiedere scusa se sembro un po’ musone, non faccio festa, sorrido poco, mi spiace, ma sono davvero a pezzi, svuotato di ogni energia. Vi assicuro però che sono felice, strafelice delle mie due medaglie, ogni anno che passa vincerle diventa più difficile, io invecchio ma tutti si aspettano che io vada sempre meglio, non è facile! Il gigante era la disciplina in cui mi sentivo più forte quest’inverno e invece ho vinto in slalom. Oggi stavo decisamente meglio rispetto a venerdì, ma è stata dura, anche se la pista era in condizioni migliori».
Gli si chiede di quella prima manche da sogno. «Mi è venuta davvero bene, il tracciato del mio allenatore sicuramente mi ha aiutato, mi ha fatto sentire a casa!». E la seconda? «Sapevo che Pinturault non era passato in testa, ma sono partito forte lo stesso. Sapevo poi che c’erano alcune porte rovinate e lì ho cercato di stare attento, alla fine ho di nuovo tirato al massimo».
Immancabile la domanda sulla differenza fra questo oro e i precedenti. «Non faccio paragoni, sono solo orgoglioso del terzo oro mondiale di slalom dopo quelli del 2013 e 2017, penso che questo sia stato il mio ultimo Mondiale, può anche essere che questa sia la mia ultima stagione, ma nella vita di ognuno di noi c’è solo una certezza (i colleghi austriaci dicono che usa spesso questa frase riferendosi alla morte, ndr) e quindi vedremo, mancano ancora delle gare, faccio quelle e poi ci penserò».
Hirscher tornerà in pista martedì nel City Event di Stoccolma.
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