Hannes Zingerle, il segnale positivo di una squadra in difficoltà
Non è certo un gran bel momento storico quello dello sci Azzurro maschile. In gigante il nostro numero uno Luca De Aliprandini ha smarrito totalmente il feeling. Sembra confuso, prova nuove soluzioni (ha anche cambiato skiman) ma non riesce a individuare il problema tecnico e di conseguenza anche la serenità necessaria per disegnare manche di livello. Anche questa sera 4 secondi di ritardo in una manche non se l’aspettava nemmeno lui.
La maggior pressione ce l’ha addosso Filippo Della Vite, un ragazzino di 21 anni che sta cercando di farsi strada in una specialità che è ricca di talentuosi interpreti carichi anche di esperienza. Normale che in questa fase possa commettere errori. “Non ho avuto feeling – ha detto Della Vite, dopo la prima manche -, ero tutto fuori tempo e ho accusato un distacco enorme, per cui male. La neve era bella, ghiacciata, di solito mi piace ma oggi proprio no”.
Il secondo senatore, Giovanni Borsotti, ha ottenuto la migliore performance della stagione, un 18esimo posto che certo non può bastare per saltare sul divano. Ma il 32enne carabiniere piemontese sta dando l’anima per non mollare. “Nel complesso non male – ha detto Borsotti -, peccato per quei pochi decimi che mi avrebbero permesso di salire maggiormente in classifica. Per come era partita quest’anno non è male”.
E poi c’è Hannes Zingerle che è stato autore di due manche di ottimo livello su un tracciato difficilissimo da affrontare col pettorale 58. Nonostante errori qua e là ha ottenuto la 14° piazza con la forza di chi vuole il risultato a tutti i costi. “Ho provato a dare tutto – ha detto Hannes Zingerle -, come già avevo fatto ad Adelboden. Lì avevo sbagliato a metà, questa volta per fortuna lo sbaglio è arrivato in fondo, un’autentica spaccata, ma non ho pagato molto. Sono contento di come sto sciando e della mia performance di oggi”.
Rimane il rammarico dell’errore nella prima manche di Alex Hofer, finito 31esimo con una grande chance di ottenere un risultato confortante.
La sensazione, crediamo abbastanza fondata, è che a queste situazioni dobbiamo abituarci perché non si vede una strada all’orizzonte che possa farci pensare a un cambio di rotta verso il vertice. I cambi generazionali sono lenti e di fenomeni assoluti non se ne vedono. L’importante sarebbe almeno avere la garanzia di piccoli ma costanti miglioramenti. Farebbe bene al morale che fa tantissimo.
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