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GS Val d’Isère: Hirscher incontenibile

Indipendentemente dall’ennesima vittoria, per gli amanti dei numeri è la 57esima, vedere all’opera Marcel Hirscher è davvero esaltante. E più la situazione è complessa, maggiore è lo show che è in grado di regalare. Gli aggettivi li abbiamo ormai usati tutti, che ogni appassionato scelga quello che più gradisce.
Sulla Face de Bellevarde ha fatto vedere un’azione che nessuno è riuscito minimamente a imitare. Forte di un vantaggio clamoroso dopo la prima manche, ha comunque tirato come un dannato anche nella seconda. Il fatto è che non sa fare altro!
Henric Kristoffersen non è stato da meno, ma nella prima manche ha sciato male.

Ski World Cup 2018/2019, Val d’Isere (FRA), 8/12/2018, Henrik Kristoffersen (NOR), Photo by Marco Tacca, Pentaphoto

Se ambisce a prendere il posto di Hirscher, o aspetta che l’austriaco si ritiri, oppure deve dimostrare maggiore maturità. Lo stile è magnifico, manca un po’ di stoffa in più. Il secondo posto di oggi non è come quello delle altre volte. Minato dallo svedese Matts Olsson che si è fermato a 13/100 dal

Ski World Cup 2018/2019, Val d’Isere (FRA), 8/12/2018, Matt Olsson (SWE), Photo by Gabriele Facciotti, Pentaphoto

norvegese che alla fine si è beccato un ritardo di 1″18. Si danna invece l’anima lo sloveno Zan Kranjec, secondo dietro a Hirscher a metà gara, troppo pasticcione nella seconda, il che lo ha condannato al nono posto

Ski World Cup 2018/2019, Val d’Isere (FRA), 8/12/2018, Zan Kranjec (SLO), Photo by Marco Tacca, Pentaphoto

Alexis Pinturault, vincitore qui l’anno scorso, ha stretto i denti e ha tirato un sospiro di sollievo. Il francese c’è ancora! Otto i centesimi di vantaggio nei confronti di un’altra bellissima realtà che di nome fa Loic Meillard (SUI). Certo il quarto posto per lui è poca cosa, ma probabilmente farà tesoro di un risultato che fa bene al morale.

Ski World Cup 2018/2019, Val d’Isere (FRA), 8/12/2018, Alexis Pinturault (FRA), Photo by Marco Tacca, Pentaphoto

Il vincitore di Beaver Creek, il tedesco Stefan Luitz, si è arreso al tracciato, molto probabilmente distratto da ciò che la Fis ha tirato fuori ieri: tutti i germanici, tra una manche e l’altra del gigante di Beaver Creek, hanno fatto uso di ossigeno. Il che non è vietato, ma non si può farlo in zona di gara. L’infrazione c’è stata e ora si troverà un accordo tra Fis e Wada per comminare la pena.

Ma in questa gara c’è spazio anche per parlare un po’ di Italia. Anzi, più che di Italia di Riccardo Tonetti, autore di una manche di altissimo livello. E’ riuscito a mantenere una sciata pulita, sempre in pieno controllo, nonostante le difficoltà del tracciato. La sua crescita tecnica si era già vista sia l’anno scorso e anche a sprazzi a Beaver Creek (ottavo). Qui abbiamo ricevuto una prova inconfutabile sul suo talento: miglior tempo nella seconda manche, ottenuto peraltro partendo a metà e non tra i primi (16/100 meglio di Hirscher, 8 posizioni recuperate). Non è ancora sul livello dei top, ma è uno sciatore estroso nel carattere e questo lo può agevolare a sorprenderci ancora di più. Ha concluso all’ottavo posto, ma tra lui e il sesto posto dell’americano Tommy Ford, davanti a Odermatt, c’è soltanto un decimo e 48 centesimi dal terzo di Olsson


La Svizzera dal canto suo, è in festa perché quel Marco Odermatt che aveva strabiliato l’anno scorso ai Mondiali Junior, e pertanto atteso al vero banco di prova, ha dimostrato di essere già maturo per il futuro. Assieme a Meillard, giovanissimo anche lui, sono una coppia bomber!

Il resto dell’Italia:
Non c’è da essere troppo allegri. L’unica nota lieta è che ne abbiamo qualificati tre, quindi uno in più rispetto a Beaver Creek. Si è aggiunto Luca De Aliprandini che però non è ancora quello che conosciamo. nella seconda manche non ci si poteva attendere chissà che, ma qualcosina in più forse sì. A vedere gli altri, c’è un ritardo tecnico che non aveva mai avuto così evidente. Ha tolto il vizio del “fare troppo”, ma non lo ha sostituito con la capacità di cambiare lo spigolo con i tempismi giusti. E’ lento (si fa per dire) e poco efficace. Ma è anche vero che un talento del genere non può scomparire. Portiamo pazienza e diamogli fiducia, perché sulla carta può tornare ad essere uno dei protagonisti. Già sulla Gran Risa potrebbe regalarci e regalarsi qualche sorriso. 25esimo a metà gara ha concluso 16esimo

Manfred Moelgg non aveva benzina perché l’influenza che lo ha colpito proprio in questi giorni, su un percorso del genere e in simili condizioni di neve e tempo, gli ha tolto le forze. Nella seconda manche non è cambiato l’atteggiamento dimostrato nella prima. Era 23esimo e ha concluso 17esimo a un solo centesimo da Luca.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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