Tutto giusto, tutto secondo logica, tutto meritato. Ted Ligety ha conquistato la medaglia d’oro controllando nella seconda manche. 48 i centesimi di vantaggio su Steve Missilier (nella foto qui sopra), il francese forse meno atteso, ma quando si scia in quel modo i risultti sono garantiti. Ha realizzato di gran lunga il miglior tempo di manche seguito da Alexis Pinturault, medaglia di bronzo, altrettanto bravo a sciare con la massima attenzione nei punti più impegnativi del tracciato: la porta cieca sul primo muro e il ripido successivo, molto rovinato per le alte temperature. Sguardo poco felice per Marcel Hirscher, molto simile a quello di Svindal che è rimasto molto deluso dalla sua Olimpiade al punto da lasciare Sochi, colpito anche da un’allergia fastidiosa. Dopo la prima manche l’Italia ha avuto la possibilità di sognare grazie al terzo posto di Simoncelli e ai ritardi contenuti di Nani e Moelgg, con De Aliprandini 21esimo ma nemmeno così distante. Davide invece, nella manche conclusiva non è praticamente mai stato in gara e il 23esimo tempo lo dimostra. Senza contare che fue atleti tra i primi trenta classificati, sono usciti. Parliamo di Manfred Moelgg e di Roberto Nani, sconclusionati in quella porta rossa che annunciava il muro dopo il secondo intermedio. Sono usciti allo stesso modo e questo è abbastanza incomprensibile. Come se in ricognizione non avessero notato il pericolo di quel pasaggio, presente tra l’altro anche nella prima discesa. E’ andata così, con molta delusione. Ci rimane la bella seconda manche di Luca De Aliprandini, undicesimo col settimo tempo di manche, a 98/100 dal bronzo di Pinturault. Brucia perché nonce la siamo giocata bene, o comunque col piglio che ci vuole in questi casi. Ma le dichiarazioni di Simoncelli, al termine della prima discesa, ci aveva un poco sorpreso: "Non mi aspetto niente e non devo dimostrare più nulla. Sono tranquillo e il vantaggio che ho è niente. Possono vincere tutti". E dopo la seconda manche: "D’altra parte non ero tra i favoriti e in Coppa del Mondo non ho combinato noente di buono. C’è un cambio generazionale e non riesco più a tenere il passo dei giovani". Niente da dire, tutto vero, ma un po’ di grinta in più forse non gli avrebbe fatto male.
Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).
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