Ci si aspettava la manche della vita da Marco Odermatt e il fenomeno elvetico non ha tradito le attese. il gigante di Schladming è suo con Feller secondo e Kranjec terzo.
Non una prova mostruosa, quella di Marco, in Badia aveva fatto molta più differenza, ma evidentemente il pendio e la neve non gli ha consentito di spingere di più. C’è anche da dire che non si è mai trovato nelle condizioni di dover recuperare 10 posizioni per vincere. Con 22 podi consecutivi ottenuti in gigante ha pareggiato il record di Ingemar Stenmark! Ma chissà quanti altri ne batterà!
Al traguardo dira: “Non credevo di potercela fare, la tattica non era di tirare alla morte ma di sciare bene. E ci sono riuscito. Mi spiace per il pubblico che avrebbe voluto vincesse Manuel Feller”. Cioè, si sente quasi in colpa per aver battuto uno degli atleti di casa!!!
Il distacco tra lui e Manuel, che era in testa fino a cinque porte dal traguardo alla fine è minimo, solo 5/100 ma il finale di Marco è stato incredibile! Bravo Zan Kranjec che con la sua sciata pulita si è meritato un posto sul podio. Ma se ci fosse salito il giovane norvegese Alexander Steen Olsen nessuno avrebbe gridato allo scandalo perché questo ragazzo viaggia davvero forte. È quarto per soli 4/100!
Crollo psicologico, invece, di Loic Meillard e non è la prima volta che gli succede. L’elvetico è l’apoteosi della pulizia tecnica, ma ha tirato troppo a campare invece di attaccare, come per altro sa fare! Quinto posto davanti a Filip Zubcic che ha voluto strafare. Schladming non è mla Badia, e ogni gara è differente dall’altra. Crollo tecnico invece per Henrik Kristoffersen che è la brutta copia di quello visto nella prima manche chiusa al terzo posto. Situazione che ha sempre adorato, perché riusciva a trovare gli stimoli giusti per superare il suo limite senza sbagliare. Questa sera non ne ha azzeccata una e questo giustifica il crollo in nona posizione
Possiamo rallegrarci per la gara di Filippo Della Vite (8°) che ottiene il miglior risultato di stagione, ma soprattutto ritrova la sua sciata dinamica e veloce. Non ancora scevra da errori, ma se si vuole fare risultato la sciata dev’essere sempre al limite. Bravo Pippo, grazie al 4° tempo di manche ottiene la sua terza top ten in carriera.
Bellissima la manche anche dell’andorrano Joan Verdu (7°) che ha affrontato la seconda come in quella magica manche della Val d’Isère che gli ha regalato il primo podio in carriera suo e del piccolo paese. Paradossalmente, dopo la prova di Odermatt, è diventato lui il bersaglio un po’ di tutti! Alla fine Odermatt gli ha dato “solo” 45/100 nella manche! 11 posizioni recuperate ed errori commessi nella prima run perdonati!
Hannes Zingerle da applausi. Questa pista gli piace senza ombra di dubbi visto che qui aveva ottenuto il suo miglior risultato in carriera, Quel 14esimo posto ottenuto l’inverno scorso, quando cadde rovinosamente sulle fotocellule del traguardo. Ebbene, oggi lo ha migliorato, 13esimo posto e tempo di manche pari a quello di Vinatzer, tra i migliori. Poteva sfiorare la top ten, ma qui ha deciso il destino: 8 centesimi in più di Haugan e 2 in più di Schmid
xGigante dopo gigante Alex Vinatzer (18°) migliora sempre di più. Ci riferiamo soprattutto alla tecnica che si sta pulendo dalle incertezze che ogni tanto dimostra ancora di avere. La sua seconda manche è stata macchiata da un’indecisione che gli ha tolto qualche decimo, ma ha saputo reagire velocemente per poter continuare a spingere ad ogni porta. Per quanto riguarda la classifica, si tratta del quinto risultato a punti su cinque gare. E il suo tempo nella run finale è stato tra i migliori perché ha saputo fare velocità, come si suol dire, punte verso il basso!
Simpatico il siparietto al traguardo quando, dalla sedia del leader ha scherzato con Luca De Aliprandini (19°) dietro di lui di 7 centesimi. Un specie di: “Paghi da bere!”. A testimoniare un cambio di clima rispetto all’inizio della stagione.
C’è tanto rammarico per Giovanni Borsotti che stava sciando benissimo prima di inclinarsi troppo e scivolare al punto da uscire. Fino a quel punto rischiava davvero di andare davanti grazie a un’azione sempre attiva a inizio curva. peccato!
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