A furia di sciare bene il podio non ti può sfuggire. Ma quando arriva la vittoria significa che è il giorno più bello della tua vita. E’ quello che è accaduto oggi allo sloveno Zan Kranjec simbolo di un gentile segno di giustizia. Potente e super tecnico ha spesso ceduto a livello nervoso nelle seconde manche, ma questa volta è riuscito a tenere la giusta calma e a conquistare ciò che ha meritato. Finora aveva ottenuto soltanto un podio, il terzo posto dello scorso anno sulla Gran Risa. Si vede che è questo il suo migliore periodo. Un podio bellissimo perché sul secondo gradino è salito Loic Meillard, uno dei migliori talenti prodotto della fortissima squadra elvetica. Poi un po’ in maniera insperata il terzo posto di Mathieu Faivre. E Hirscher dov’è finito? Era sceso per quintultimo combinando un bel pasticcio. Già, questo è accaduto: una serie di errori miracolosamente recuperati ma questa volta eccessivi anche per il super fenomeno. Una giornataccia per gli austriaci che potevano contare sulla seconda piazza di Manuel Feller a metà gara, ma poi caduto nella seconda, con tanto di perdita di sci.
Ancora un bel risultato di squadra per la Francia che ha talmente tanti talenti che può alternare sul podio le proprie pedine. Oggi è stato il turno di Mathieu Faivre, ottavo a metà gara, terzo al traguardo, poi Fanarta quinto e Pinturault settimo.
Luca De Aliprandini, ancora una volta è risultato il migliore degli Azzurri. Ha sciato bene nella seconda manche pur sporcando la sua azione con qualche grattatina di troppo, ma la bella notizia è che è riuscito a contenere i danni e a rimenere nel tracciato. Ma ha rischiato tanto. Dopo il settimo posto della Badia, un passettino indietro, ma sempre tra i top ten: nono.
Urlo di disperazione e rabbia per Manfred Moelgg al traguardo. Un mix tra il rammarico per aver commesso qualche erorre di troppo e lo scarico di tensione per l’accumulo di tossine nervose insediatesi nel corpo dopo i primi giganti di stagione. Una 11esima posizione che gli va stretta. Dobbiamo essere felici per il risultato ottenuto da Andrea Ballerin, classe 89, quindi non certo un ragazzino, ma dopo aver conosciuto l’inferno della retrocessione, oggi è finalmente riuscito a concretizzare il talento che finora era rimasto inespresso. Una seconda esemplare su un percorso nopn propriamente semplice, perché girava molto rispetto a quello della prima manche, richiedendo una forza sulla distanza notevole. E proprio nell’ultimo tratto, quando i quadricipiti iniziano a prendere fuoco, ha fatto la differenza. 26esimo dopo la prima manche ha concluso in 16esima piazza, facendo così segnare la sua migliore prestazione di sempre (21esimo nel 2015 a Sölden). Di più certo non poteva fare perché il ritardo a metà gara è stato di 4″57 rispetto a Olsson. E non utlimo, se De Aliprandini era riuscito a far segnare il best time nella seconda in Alta Badia, proprio come Tonetti a Beaver Creek, questa volta è toccato proprio ad Andrea.
Molto rammarico rimane per Riccardo Tonetti perché l’impressione era che stava per relizzare un tempo clamoroso. Non possiamo però avere la controprova perché l’Azzurro, a due porte dal traguardo, è scivolato via fino a fermarsi contro la protezione del traguardo. Un arretramento vecchio stile, lo ha tradito.
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