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GS Beaver Creek: vikarby fa il vuoto a metà gara

 Jessica Lindell-Vikarby può la sua prima vittoria in gigante in Coppa del Mondo. Sarebbe il suo secondo successo dopo quello ottenuto nel 2009 a Cortina, ma in superG. Tra le porte larghe non è mai salita sul podio, ma oggi, dopo la prima manche del gigante di Beaver Creek ha una chance più unica che rara: con la nuova regina di Coppa lara Gut uscita, comanda con 44/100 sull’amerciana Shiffrin e 63/100 sulla compagna di squadra Pietilae-Holmner, scesa col pettorale 25. La numero uno Viktoria Rebensburg ha preso una bella batosta, ritrovandosi quarta a 91/100, poco meglio della nuova stellina Tina Weirather, quinta a +93/100. Jessica Ha dato a tutte una lezione di vitalità incredibile. Su un percorso molto veloce, a parte la parte centrale che si disputa sul muro, è risucita a spingere senza mai perdere il ritmo. L’ha in parte ritrovato anche Tina Maze, leggermente meglio dei giorni precedenti: la vincitrice della Coppa in carica è sesta a 1"04, davanti alla francese Marmottan (+1"27), poi ottave Tessa Worley a pari merito con la canadese Gagnon (+1"28), decima Anna Fenninger (+ 1"32). Prima di trovare la prima italiana bisogna passare anche da Hoefl-Riesch, undicesima a +1"34, e dalla giovane norvegese Mowinckel (oro al Mondiali Junior di Roccaraso) messasi davanti a Katrhrin Zettel (+1"41). Così troviamo la norvegese Loseth prima di poter parlare tricolore con Federica Brignone e Denise Karbon, 15esime a 1"51. Un ritardo importante, ma se la leadership sembra irraggiungibile, il terzo posto è lì a 9 decimi. Si può fare. Fede ha perso un po’ più del previsto nella parte alta dove sembrava volesse spaccare il mondo, Denise ha patito di più invece la parte conclusiva. Fuori dalle 30 invece Irene Curtoni perché con un ritardo di 3"08 difficilmente si è chiamati a disputare la seconda manche. Dobbiamo attendere ancora un po’ di tempo per trovare la migliore Irene che ha pochissime giornate di allenamento nelle gambe. Possiamo invece ancora contare su Nadia Fanchini, ferma al 21esimo posto a +1"77. L’argento mondiale avrebbe potuto fare meglio per come ha sciato, se non fosse per un sobbalzo sul muro che stava per proiettarla a bordo pista. Buon segno questo, perché significa che atleticamente è decisamente in palla. Anche Sofia Goggia lo è, forse fin troppo perché spinge sempre come una matta, nel senso che ogni tanto bisognerebbe anche usare la testa in modo diverso. va bene attaccare, ci mancherebbe, ma la furia diventa cieca quando non riesci a vedere che sul muro, dopo una porta rossa ce n’è una blu! Infine, Elena Curtoni il traguardo lo ha tagliato, ma a 3"52 dalla Vikarby. 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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