Lucas Pinheiro Braathen ci ha sperato fino all’ultimo ma il vantaggio di Thomas Tumler era troppo. L’elvetico conquista la sua prima vittoria in carriera che arriva alla bellezza di 35 anni, mentre il Brasile sale per la prima volta nella storia sul podio. 12 i centesimi tra i due, ma l’elvetico ha sciato bene anche nella run decisiva godendo del grande vantaggio accumulato nella prima run. 12 i centesimi tra i due ma la novità è che Lucas indosserà sabato prossimo in Val d’Isère il pettorale rosso anche senza rientrare nei primi 15. Non capita così spesso!
Il terzo posto è di Zan Kranjec che riesce a stare davanti a un non irresistibile Atle Lie McGrath, mentre Henrik Kristoffersen si piazza al quinto posto, davanti a Filip Zubcic.
E quando ti aspetti un super recupero di Marco Odermatt ti accorgi che in gigante qualcosa è cambiato: la sua gara finisce dopo una decina di porte per un errore anche abbastanza banale. Due gare, due out… bisogna abituarsi?
E Steen Olsen si accorge quanto pesa il pettorale rosso: sbaglia a ripetizione nella run decisiva e scivola in decima posizione. Manda tutto alla malora anche Loic Meillard che getta al vento una grandissima occasione. Purtroppo sul piano perde un bastoncino e dopo diventa tutto troppo complicato per fare il tempo.
Quello visto nella seconda manche è il Luca De Aliprandini che ci piace. Si è trovato a meraviglia su un tracciato molto diverso dal primo, con più spazio tra le porte e meno angoli. Ha commesso un errore da 3/4 decimi all’ingresso del muro del Golden Eagle, ma anche in questo caso è da applaudire il gesto tecnico fatto per rimanere sul tracciato.
D’altra parte non poteva far altro che attaccare al limite e quando si rischia in quel modo non sempre ti può andare bene. 19esimo a metà gara è risalito fino all’ottava col secondo miglior tempo di manche. Applausi!
Non ha potuto realizzare lo stesso risultato Alex Vinatzer che lamenta un forte dolore alla tibia. Non potendo spingere ha cercato di portare a casa la manche con meno errori possibili, ma a sicuramente grave è quello lasciato all’ingresso del piano: 23esimo, 4 posizioni meglio della prima.
Si inguaia la situazione di Filippo Della Vite che aveva ottenuto un discreto 15esimo posto nella prima manche. Nella seconda non parte con la stessa intelligenza tattico-tecnica. Trovando più spazio assume un atteggiamento troppo aggressivo e finisce per sdraiarsi. Con quel tipo di sciata così schiacciata non ha la possibilità di reagire all’errore e finisce fuori. Probabilmente uscirà dai top 30 nel ranking.
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